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Scegliere il materiale isolante per un tetto: materiali ecologici a confronto

Foto di Rosy / Bad Homburg / Germany da Pixabay

Nel contesto della crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale, la scelta del materiale isolante per un tetto richiede oggi una valutazione attenta di diverse variabili. Non si tratta solo di efficienza termica, ma anche di impatto ambientale, costi e longevità.

Problemi nella scelta del materiale isolante

Uno dei principali problemi nella scelta del materiale isolante è garantire un equilibrio tra efficienza energetica e sostenibilità. Materiali tradizionali, come il polistirene, offrono ottime prestazioni termiche, ma possono avere un impatto ambientale significativo. Inoltre, la scelta del materiale deve tenere conto dei fattori climatici locali, che influenzano il tipo di isolamento necessario.

Caratteristiche tecniche dei materiali ecologici

  1. Fibra di legno: Questo materiale è realizzato da scarti di legno e offre eccellenti proprietà isolanti. È traspirante, contribuendo a regolare l’umidità interna, e ha un basso impatto ambientale. Il costo è maggiore rispetto ad un isolante sintetico.
  2. Lana di pecora: Naturale e rinnovabile, la lana di pecora è un eccellente isolante sia termico che acustico. Ha la capacità di assorbire e rilasciare l’umidità senza perdere le sue proprietà isolanti, ma può essere più costosa rispetto ai materiali sintetici.
  3. Sughero: Il sughero è un materiale isolante naturale con ottime proprietà termiche ed acustiche. Ha una bassa velocità di combustione) e ha una lunga durata. Tuttavia, il costo può essere elevato e l’approvvigionamento può essere limitato.
  4. Cellulosa: Ricavata da carta riciclata, la cellulosa è un’opzione ecologica ed economica. Offre buone prestazioni isolanti e viene trattata con sali borici per resistere a muffe e incendi. Tuttavia, può richiedere una manutenzione maggiore rispetto ad altri materiali.

Costi dei materiali ecologici

Il costo dei materiali ecologici può variare significativamente in base alla disponibilità e alle caratteristiche specifiche di ciascun prodotto. In generale, i materiali naturali tendono a essere più costosi all’acquisto rispetto ai materiali sintetici, ma possono risultare più economici nel lungo termine grazie alla loro efficienza energetica e durata.

  • Fibra di legno: Il prezzo può variare da 20 a 50 euro al metro quadrato.
  • Lana di pecora: Il costo medio si aggira intorno ai 25-40 euro al metro quadrato.
  • Sughero: Può costare tra 30 e 70 euro al metro quadrato.
  • Cellulosa: Generalmente più economica, con un costo che varia dai 10 ai 20 euro al metro quadrato.

Osservazioni

La scelta del materiale isolante per un tetto è una decisione che richiede un’attenta considerazione delle esigenze specifiche dell’edificio, delle condizioni climatiche e delle priorità personali in termini di sostenibilità e budget. Materiali ecologici, sebbene inizialmente più costosi, offrono vantaggi significativi in termini di impatto ambientale e prestazioni a lungo termine. La transizione verso soluzioni più sostenibili è non solo un investimento nel futuro dell’edilizia, ma anche un contributo significativo alla riduzione dell’impronta ecologica globale.

Se hai bisogno di una consulenza per valutare la situazione della tua casa e valutare l’isolamento come opzione per migliorarne l’efficienza energetica, contattami alla mail vivattiva@gmail.com.

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Comunità energetiche: un futuro sostenibile e condiviso

Foto di Bruno da Pixabay

Negli ultimi anni, il concetto di comunità energetiche sta guadagnando sempre più attenzione come soluzione innovativa per affrontare le sfide legate alla sostenibilità energetica e alla transizione ecologica. Ma cosa sono esattamente le comunità energetiche, quali benefici offrono, dove sono già diffuse, e perché potresti considerare di aderire a una di esse?

Cosa sono le comunità energetiche?

Le comunità energetiche sono gruppi di persone, aziende o enti locali che si uniscono per produrre, gestire e consumare energia in modo collaborativo e sostenibile. Queste comunità spesso si basano su fonti di energia rinnovabile, come il solare o l’eolico, e mirano a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, migliorando al contempo l’efficienza energetica e abbassando i costi per i membri.

Benefici delle comunità energetiche

  1. Riduzione dei costi energetici: Partecipare a una comunità energetica può portare a significativi risparmi sulle bollette elettriche, grazie alla produzione locale di energia e alla condivisione dei costi tra i membri.
  2. Sostenibilità ambientale: Utilizzando fonti rinnovabili, le comunità energetiche contribuiscono alla riduzione delle emissioni di CO2, supportando la lotta contro il cambiamento climatico.
  3. Autonomia energetica: Le comunità energetiche permettono di ottenere una maggiore indipendenza dalle grandi compagnie energetiche, riducendo la vulnerabilità alle fluttuazioni dei prezzi dell’energia.
  4. Coesione sociale: La creazione di una comunità energetica può rafforzare i legami sociali all’interno di una comunità locale, promuovendo la cooperazione e la partecipazione attiva dei cittadini.

Dove sono già diffuse?

Le comunità energetiche sono particolarmente diffuse in paesi come la Germania, il Regno Unito e la Danimarca, dove politiche di supporto e incentivi fiscali hanno favorito la loro crescita. Anche in Italia, la tendenza sta crescendo, con diverse iniziative locali che stanno emergendo in città e piccoli comuni, spesso supportate da fondi europei e nazionali. Esistono alcune agevolazioni collegate al PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza), per esempio, per gli abitanti dei piccoli comuni (meno di 5000 abitanti – se sei interessato a saperne di più contattami)

Perché aderire a una comunità energetica?

Aderire a una comunità energetica rappresenta un passo concreto verso un futuro più sostenibile e responsabile. È un’opportunità per contribuire attivamente alla transizione ecologica, partecipando a un progetto che combina benefici economici con quelli ambientali e sociali. Se sei interessato a ridurre la tua impronta ecologica e a sostenere un modello energetico più equo e sostenibile, allora una comunità energetica potrebbe essere la scelta giusta per te. (Nota: l’impronta ecologica è un metodo per calcolare il tuo impatto ambientale, considerando il consumo di suolo – espresso in ettari – dedicato alle tue attività nei vari settori economici. Maggiore è il tuo consumo di risorse e di suolo, maggiore è la tua impronta ecologica, maggiore è il tuo impatto – in negativo – sull’ambiente).

Conclusione

Le comunità energetiche rappresentano una risposta innovativa e concreta ai problemi energetici del nostro tempo. Offrono la possibilità di partecipare a un cambiamento positivo, promuovendo un uso consapevole e condiviso delle risorse energetiche. Valutare l’adesione a una comunità energetica significa non solo risparmiare, ma anche investire nel futuro del nostro pianeta e delle generazioni future.

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Insufflaggio per isolare le pareti di casa

Per ridurre le dispersioni termiche dell’involucro della tua casa l’intervento più efficace è l’isolamento a cappotto. Tuttavia se vivi in una casa degli anni ’70 molto probabilmente le pareti hanno una struttura a intercapedine… ed è possibile realizzare un intervento di insufflaggio.

Si tratta di una tecnica che consente di iniettare isolante nell’intercapedine di aria del tuo muro. Questa soluzione è relativamente economica rispetto ad un isolamento a cappotto, anche se non risolve i ponti termici: non isola pilastri e solai, per esempio.

E’ una tipologia di intervento che può essere utile laddove non si può o non si vuole effettuare un isolamento esterno o interno di una muratura ed è un buon compromesso tra tempi, costi e benefici. Permette inoltre di risparmiare spazio, anzi, di ottimizzare lo spazio che già è utilizzato.

L’intervento di insufflaggio può essere utilizzato anche nei sottotetti: se il solaio verso sottotetto non riscaldato non viene utilizzato può essere ricoperto di uno strato di isolante che riduce molto le dispersioni energetiche verso l’alto. Un’alternativa ai classici materassini o rotoli di isolante.

L’insufflaggio può essere portato in detrazione fiscale. Sempre meglio, però, aprire prima una pratica edilizia.

Possono essere utilizzati vari materiali: lana di vetro, fibre di legno, cellulosa o addirittura lolla di riso.

L’insufflaggio può essere anche abbinato alla realizzazione di un cappotto esterno, con notevoli benefici per l’efficienza energetica della casa.

Se hai bisogno di supporto tecnico e vuoi saperne di più o desideri provare a realizzare questa tipologia di intervento, contattami!

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Interventi di risparmio energetico per una villetta unifamiliare

Il risparmio energetico è una priorità crescente per molte famiglie, sia per ridurre i costi delle bollette che per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. In una villetta unifamiliare, vi sono numerose strategie che possono essere adottate per migliorare l’efficienza energetica. Questo articolo esplora alcune delle soluzioni più efficaci. Fino a fine anno è possbile usufruire di detrazioni fiscali al 50%; da gennaio 2025 le detrazioni scenderanno al 36%.

Isolamento termico

Uno degli interventi più importanti è l’isolamento termico. Un buon isolamento delle pareti, del tetto e del pavimento può ridurre significativamente la dispersione di calore durante l’inverno e mantenere la casa fresca in estate. Materiali come la lana di roccia, le fibre di legno o il sughero possono essere utilizzati per questo scopo. Molto comune ed economico è l’utillizzo di EPS con grafite derivato da materiale riciclato, conforme ai CAM (Criteri Ambientali Minimi). Le fibre di legno ed il sughero garantiscono una maggiore inerzia termica all’edificio, per cui di fatto costituiscono la soluzione migliore, anche se costano leggermente di più.

Sostituzione degli infissi

Le finestre e le porte sono punti critici per la perdita di calore. Sostituire gli infissi vecchi con modelli a doppio o triplo vetro può migliorare l’efficienza energetica della vostra abitazione. Gli infissi moderni sono progettati per minimizzare le perdite di calore e spesso includono rivestimenti a bassa emissività che riflettono il calore all’interno. E’ importante isolare anche i cassonetti, che costituiscono dei ponti termici a tutti gli effetti.

Installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici

I pannelli solari rappresentano una soluzione ecologica ed efficiente per la produzione di energia. Posizionati sul tetto, possono generare elettricità (pannelli solari fotovoltaici) o riscaldare l’acqua (pannelli solari termici), riducendo così la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali.

Utilizzo di pompe di calore

Le pompe di calore sono dispositivi che trasferiscono calore da una fonte naturale (aria, acqua o terra) all’interno dell’abitazione. Possono essere utilizzate sia per il riscaldamento invernale che per il raffrescamento estivo. Le pompe di calore sono estremamente efficienti, con un consumo energetico inferiore rispetto ai sistemi di riscaldamento e raffreddamento tradizionali. Sono l’intervento su cui si punterà di più a breve, abbandonando le caldaie a gas. Ovviamente le pompe di calore funzionano molto bene in abbinamento con il fotovoltaico, perchè funzionano a energia elettrica.

Sistemi di domotica

L’implementazione di sistemi di domotica permette di gestire in modo intelligente l’energia all’interno della casa. Termostati programmabili, sensori di presenza e luci a LED controllabili a distanza possono ridurre gli sprechi e ottimizzare l’uso delle risorse energetiche. La possibilità di monitorare i consumi in tempo reale consente di identificare e correggere eventuali inefficienze.

Elettrodomestici ad alta efficienza

La sostituzione degli elettrodomestici vecchi con modelli ad alta efficienza energetica può portare a significativi risparmi. Gli elettrodomestici certificati con etichette energetiche A++ o superiori consumano meno energia e offrono prestazioni migliori. Anche l’uso di dispositivi energeticamente efficienti, come le lampadine a LED, contribuisce a ridurre il consumo complessivo.

Cosa aspetti?

Adottare interventi di risparmio energetico in una villetta unifamiliare non solo contribuisce a ridurre i costi delle bollette, ma anche a minimizzare l’impatto ambientale. Investire in isolamento termico, infissi efficienti, pannelli solari, pompe di calore, sistemi di domotica ed elettrodomestici ad alta efficienza rappresenta un passo significativo verso una gestione più sostenibile delle risorse energetiche.

Se hai bisogno di una consulenza per migliorare energeticamente la tua casa scrivimi a vivattiva@gmail.com!

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Bioedilizia e risparmio energetico: costruire un futuro sostenibile

Cosa è la bioedilizia

La bioedilizia rappresenta un approccio innovativo e sostenibile alla costruzione e alla ristrutturazione degli edifici, mirato a ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza energetica. Questo settore si basa sull’utilizzo di materiali ecologici e tecnologie avanzate per creare abitazioni e strutture che siano non solo efficienti dal punto di vista energetico, ma anche salutari per gli occupanti.

Materiali Ecologici

Uno degli aspetti fondamentali della bioedilizia è l’uso di materiali naturali e riciclabili. Tra questi, troviamo legno, bamboo, paglia, canapa e altri materiali che hanno un basso impatto ambientale sia in fase di produzione che di smaltimento. L’uso di questi materiali contribuisce a ridurre le emissioni di anidride carbonica e a promuovere la gestione sostenibile delle risorse naturali.

Efficienza energetica

Le tecniche di bioedilizia sono strettamente legate al concetto di risparmio energetico. Gli edifici costruiti secondo i principi della bioedilizia sono progettati per massimizzare l’efficienza energetica attraverso l’uso di isolanti naturali, finestre a doppio o triplo vetro, sistemi di ventilazione meccanica controllata e pannelli solari, termici e fotovoltaici. Queste soluzioni permettono di ridurre significativamente il consumo di energia per il riscaldamento e il raffrescamento, diminuendo così le bollette e l’impatto ambientale.

Progettazione bioclimatica

La progettazione bioclimatica è un altro elemento chiave della bioedilizia. Questo approccio prevede l’orientamento degli edifici in modo da sfruttare al meglio le risorse naturali come il sole, il vento e la vegetazione. Ad esempio, l’orientamento delle finestre verso sud consente di massimizzare l’apporto di luce solare durante l’inverno, riducendo la necessità di riscaldamento artificiale. Allo stesso tempo, l’uso di schermature solari e ventilazione naturale aiuta a mantenere gli ambienti freschi durante l’estate. L’approccio bioclimatico parte da un’attenta analisi del sito, del clima e delle esigenze degli occupanti.

Certificazioni e normative

Esistono diverse certificazioni che attestano la sostenibilità degli edifici, come LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) e CasaClima. Queste certificazioni valutano vari aspetti della costruzione, dall’efficienza energetica alla gestione delle risorse idriche, passando per la qualità dell’aria interna e l’uso di materiali ecocompatibili. Ottenere una di queste certificazioni non solo migliora la reputazione dell’edificio, ma anche il suo valore di mercato. Anche l’Attestato di Prestazione Energetica che si utilizza in Italia per determinare il consumo energetico di un edificio ha un valore importante: il tecnico certificatore suggerisce al cliente quali interventi migliorativi dell’efficienza energetica può realizzare. Ovviamente è fondamentale anche l’impatto ambientale degli interventi, non solo quello energetico e numerico. Se i materiali sono salubri, l’utente finale sarà più soddisfatto e vivrà in un ambiente sano.

Vantaggi economici

Investire nella bioedilizia comporta numerosi vantaggi economici a lungo termine. Gli edifici efficienti dal punto di vista energetico hanno costi di gestione inferiori grazie alla riduzione del consumo di energia e all’uso di risorse naturali rinnovabili. Inoltre, molti governi offrono incentivi fiscali e finanziamenti agevolati per chi sceglie di costruire o ristrutturare secondo i principi della bioedilizia. In Italia fino a dicembre 2024 si possono utilizzare le detrazioni fiscali; da gennaio 2025 le detrazioni passeranno al 36%.

(Aggiornamento a ottobre 2024: sembra che le detrazioni al 50% siano prorogate al 2025, ma solo per la prima casa. Probabilmente sarà prorogato anche il bonus mobili – ma attendiamo le conferme per entrambe le cose).

La bioedilizia e il risparmio energetico rappresentano il futuro della costruzione sostenibile. Adottare questi principi non solo contribuisce a preservare l’ambiente, ma migliora anche la qualità della vita degli occupanti e offre significativi vantaggi economici. Scegliere la bioedilizia significa investire in un futuro più verde e responsabile.

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Direttiva Casa Green: approvata in UE

La Direttiva Casa Green (EPBD), nuova norma comunitaria europea, è stata definitivamente approvata.

Ha lo scopo di ridurre le emissioni di gas serra provenienti dal comparto edilizia-impianti e in particolare richiede di portare il patrimonio edilizio dell’Unione Europea a emissioni zero entro il 2050, eliminando gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040. Entro il 2030 inoltre tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero. Parallelamente, sarà necessario incentivare le fonti di energia rinnovabili collegate agli impianti e la mobilità sostenibile, soprattutto elettrica.

Dalla pubblicazione in GU, gli Stati membri dell’Unione Europea avranno due anni per recepire le disposizioni nella legislazione nazionale.

Per quanto riguarda gli edifici residenziali, si parla di un taglio del consumo di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria dovrà essere ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni, con maggiore consumo energetico.

Un ruolo centrale verrà svolto dunque dagli interventi di efficentamento energetico, sia di isolamento opaco e trasparente sia di impiantistica: particolare importanza rivestiranno i sistemi ibridi e le pompe di calore elettriche, collegate a impianti fotovoltaici, dato che le vecchie caldaie a gas non potranno più essere utilizzate.

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Arriva il Piano nazionale di azione per il radon

L’Italia si è dotata di un Piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032, pubblicato sul sito del Ministero della Salute e adottato con il DPCM 11 gennaio 2024. Clicca qui per consultarlo.

Il Piano “descrive la linea d’azione nazionale e fornisce agli esperti e ai cittadini interessati informazioni sulla strategia italiana per ridurre l’esposizione della popolazione al radon. Il radon è un gas nobile radioattivo naturale, è invisibile, inodore, incolore e insapore ed è un prodotto intermedio del decadimento di elementi radioattivi che si trovano nel suolo, nell’acqua e nei materiali da costruzione. Poiché è un gas, il radon può facilmente uscire e accumularsi nell’aria, all’aperto si diluisce e si disperde, ma all’interno, in ambienti chiusi, si concentra soprattutto quando la ventilazione degli edifici non è sufficiente”.

Le azioni del Piano prevedono l’individuazione delle aree di maggiore esposizione al radon, l’individuazione di strumenti per prevenire e ridurre la concentrazione di radon indoor e l’informazione, educazione, formazione e divulgazione sul tema.

Il radon è stato classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attraverso l’Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC), nel gruppo 1 delle sostanze per le quali vi è la
massima evidenza di cancerogenicità, poiché rappresenta uno dei principali fattori di rischio di
tumore ai polmoni, dopo il fumo. A livello mondiale la principale sorgente di esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti è data dal radon (42%), seguita dall’esposizione medica (20%).

Il Piano riporta alcune specifiche di intervento, con utili accorgimenti di cui tenere conto nella progettazione degli edifici.

  1. Limitare l’utilizzo dei locali seminterrati “a contatto con il terreno”
  2. Tenuta stagna e isolamento dagli ambienti a contatto con il terreno – corretto utilizzo degli isolanti e degli strati di impermeabilizzazione, nonchè studio del nodo fondazioni – terreno
  3. Passaggio delle condutture degli impianti entro le pareti perimetrali degli edifici
  4. L’impianto di fognatura dovrebbe prevedere l’attraversamento del pavimento dei locali cantina nel minor numero possibile di punti, minimizzando anche il numero di diramazioni sottostanti tali ambienti (con i relativi pozzetti di ispezione).
  5. Ventilazione naturale del terreno sottostante la fondazione
  6. Eliminazione del radon tramite isolamento (l’isolamento può essere garantito dalla stessa struttura della parte interrata dell’edifico, se realizzata interamente in cemento armato)
  7. Eliminazione del radon tramite ventilazione
  8. Contrasto degli effetti naturali del gradiente termico (modifica della distribuzione del sistema di depressioni presente
  9. Ventilazione (messa in depressione) del terreno sottostante la costruzione
  10. Aspirazione o ventilazione dell’aria dai locali interrati
  11. Ventilazione forzata all’interno dei locali di soggiorno

Una corretta progettazione dell’edificio può aiutare a scongiurare il pericolo radon, che non è da sottovalutare.

Fonte e immagine: Sito del Ministero della Salute

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Ritenuta sui bonifici parlanti per ristrutturazioni dall’8% all’11%

A partire dal 1 marzo 2024 la percentuale di ritenuta sui bonifici bancari per usufruire delle detrazioni fiscali per il risparmio energetico è aumentata dall’8% all’11%, in accordo con quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 289/23). In particolare, si parla dei cosiddetti bonifici parlanti, necessari per usufruire di agevolazioni fiscali quali bonus casa, ecobonus, superbonus, bonus barriere architettoniche, ecc.
In passato, ed in particolare nel 2015, l’aliquota di ritenuta sui bonifici era già stata aumentata dal 4% all’8%. Portare tale valore all’11% significa che le imprese e i professionisti incassano una cifra decurtata di quel valore, che quindi riduce la liquidità di cui possono disporre.
Questa misura sta creando notevole sconcerto e preoccupazione tra gli operatori del settore, che si vedono sempre più decurtare le cifre incassate, a fronte di sempre maggiori richieste tecniche, pratiche e burocratiche.
Ricordiamo che il bonifico parlante bancario o postale è fondamentale per usufruire delle detrazioni fiscali legate alle operazioni di ristrutturazione immobiliare. In particolare, il bonifico parlante deve sempre contenere:
– la causale del versamento (con riferimento al bonus che si sta utilizzando);
– il codice fiscale o il numero di Partita IVA del beneficiario del pagamento;
– il codice fiscale del beneficiario della detrazione.

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Come tinteggiare le pareti di casa?

La tinteggiatura di una parete può influire sulla percezione di uno spazio. Esistono diverse possibilità, da valutare in base all’immobile oggetto di analisi. A seconda dell’effetto desiderato è possibile infatti scegliere alcune tecniche. Se ne riportano di seguito alcune:

  • Una sola parete colorata, le altre pareti bianche – si “allunga” lo spazio
  • Pareti colorate e bordo sul soffitto dello stesso colore – si crea la percezione di spazio più “alto”
  • Pareti colorate e bordo sulle pareti uguale al soffitto – si crea la percezione di spazio più “basso”
  • Pareti a strisce verticali colorate – si crea la percezione di spazio più “alto”
  • Pareti a strisce orizzontali colorate – si crea la percezione di spazio “allargato”
  • Pareti a motivi geometrici – per dare un tocco moderno e inconsueto all’ambiente

In merito poi alla scelta della pittura, si considera di utilizzare un prodotto a basso o nullo contenuto di VOC (Composti Organici Volatili), per minimizzare l’inquinamento indoor. Una soluzione molto ecologica è per esempio la pittura a calce, antica e molto utilizzata per esempio negli edifici storici. La pittura a calce si adatta molto bene a superfici porose, ma è adatta anche ad altri tipi di supporto. E’ molto traspirante e non è impermeabile. E’ pertanto da evitare su pareti soggette a dilavamento o molto esposte alle intemperie. La pittura a calce è molto utilizzata in bioedilizia.

Le idropitture sono quelle oggi più usate comunemente, che consentono di ottenere diversi effetti sulla parete e risultano molto coprenti. A seconda dell’ambiente è possibile scegliere una pittura con determinate caratteristiche. La tempera è la pittura colorata tradizionale, poco coprente, oggi normalmente sostituita dall’idropittura. Normalmente ha bisogno dell’utilizzo di un fissativo. Lo smalto, invece, è un tipo di pittura acrilica, che svolge funzione protettiva ed è solitamente impermeabile. Si può utilizzare per esempio in bagno o in cucina, dove anche se si macchia può essere facilmente lavato.

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Cambio di destinazione d’uso da ufficio a residenziale

Per effettuare un cambio di destinazione d’uso da ufficio a residenziale occorre verificare che la normativa urbanistica lo consenta, in quanto si va a modificare il carico urbanistico. Occorre inoltre verificare la presenza dei requisiti igienico-sanitari della destinazione d’uso prescelta in base al regolamento edilizio e d’igiene del Comune dove si trova l’immobile. Per ultima cosa, occorrerà modificare la categoria catastale (che passerà presumibilmente da A/10 a A/3 o A/2). E bisogna controllare anche che il condominio dove si trova l’immobile permetta il cambio di destinazione d’uso (vedi regolamento condominiale). Ogni Comune ha le sue regole. Un cambio di destinazione d’uso potrebbe essere possibile a Lodi ma non a Milano o Roma, o viceversa.

Nel cambio di destinazione d’uso ci saranno in genere alcune spese:

  • oneri di urbanizzazione
  • diritti di segreteria comunali
  • parcella del tecnico incaricato di progetto, DL e pratica edilizia
  • parcella del tecnico incaricato della sicurezza
  • spese per gli eventuali lavori edili

Attenzione. La normativa dice che “È cambio destinazione d’uso urbanisticamente rilevante, ogni forma di utilizzo dell’immobile diversa da quella originaria, con o senza opere, che comporti il passaggio ad una diversa categoria funzionale, come sopra indicate. Se si resta all’interno della stessa categoria, non è un mutamento di tipo rilevante.

Le categorie d’uso sono:

  • residenziale (compreso uso promiscuo – abitazione/studio e abitazione/affittacamere)
  • turistico-ricettiva (alberghi, ostelli, altro)
  • produttiva e direzionale (banche, uffici, studi professionali)
  • commerciale (negozi, bar, ristoranti)
  • agricola (prod. agricola, allevamenti, vivai, ecc.)

In caso di cambio di destinazione d’uso, con o senza opere, occorre presentare come pratica edilizia in Comune un permesso di costruire, a meno che il cambio non avvenga nella stessa categoria (per es. da pub a ristorante). In questo secondo caso, ovvero per cambi di destinazione d’uso all’interno della stessa categoria, si possono inquadrare gli interventi come manutenzione straordinaria, e quindi si può presentare una CILA (Comunicazione di Inizio Attività Asseverata) al posto del permesso di costruire, in virtù del decreto semplificazioni del 2020. In alcuni casi, inoltre, alcuni Comuni richiedono una SCIA alternativa al permesso di costruire invece del permesso di costruire.

La modifica catastale di categoria comporterà una modifica delle tasse pagate (IMU, TASI, TARI).

Come ultimo passaggio, può essere opportuna la presentazione di una SCIA per l’agibilità dell’immobile, in funzione della categoria d’uso prescelta (con impianti conformi alla normativa e relative certificazioni).

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