Architettura, Arredamento, Design, Efficienza energetica, Innovazione, sviluppo sostenibile

Parquet su sabbia: una tecnologia innovativa per la bioedilizia

La scelta del parquet come pavimento conferisce un tono di naturalezza e calore alla casa. Il legno è un materiale prezioso e vivo che costituisce un valore aggiunto in una costruzione.

Una tecnologia innovativa e significativa che si utilizza in bioedilizia è quella del parquet su sabbia. La posa del parquet su sabbia risale agli anni ’20. Già allora infatti si utilizzavano pavimenti “sovrapponibili”, che venivano posati su piastrelle preesistenti.

La scelta di un parquet su sabbia offre alcuni vantaggi:

  • non vengono utilizzate colle nella posa in opera (posa a secco)
  • ha notevoli qualità termo-acustiche
  • garantisce stabilità nel tempo
  • richiede ridotti tempi di installazione
  • ha costi contenuti rispetto ai sistemi tradizionali
  • garantisce ispezionabilità nel tempo

L’utilizzo di materiali ecocompatibili inoltre presuppone un ridotto costo energetico di produzione, l’assenza di emissioni nocive, l’alta riciclabilità e la garanzia di traspirazione.

Una stratigrafia tipo di progetto di un solaio realizzato con posa di parquet su sabbia prevede:

  • passaggio di impianti
  • realizzazione di sottofondo a secco con granulati minerali, fibra di legno o fibra di gesso
  • posa di riscaldamento a pavimento con isolante in fibra di legno o sughero
  • massetto in sabbia asciutta + tessuto traspirante
  • sottopavimento in fibra di gesso e posizionamento parquet
  • trattamento del parquet con oli naturali

Il trattamento ad olio naturale offre alcuni vantaggi:

  • aderenza alla fibra (e il legno mantiene il suo colore naturale)
  • igienicità
  • regolazione igrometrica ambientale
  • antistaticità
  • possibilità di riprese e riparazioni
  • manutenzione semplificata.

E’ importante dunque scegliere la giusta finitura ed i giusti materiali in funzione dell’ambiente indoor di cui ci dobbiamo occupare, considerando anche il budget e le esigenze di comfort del cliente.

Per approfondimenti, ulteriori informazioni o supporto nella progettazione della tua casa scrivimi all’indirizzo mail vivattiva@gmail.com

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Pavimentazioni in resina: vantaggi e svantaggi

Quando si ristruttura un immobile è opportuno verificare che gli impianti esistenti siano in buono stato e che siano dotati delle dichiarazioni di conformità. Spesso si può scegliere di effettuare un adeguamento degli stessi, oppure un completo rifacimento. In entrambi i casi si dovrà rompere e rimuovere la pavimentazione esistente, che andrà ripristinata ultimati gli interventi necessari. A seconda del tipo di pavimento si possono presentare vari casi. Se il pavimento esistente è in piastrelle, i pezzi originali potrebbero non essere più disponibili. Potrebbe trattarsi di ceramiche o marmi fuori produzione, che purtroppo non possono essere sostituiti con elementi identici.

Si può quindi optare per una completa sostituzione della pavimentazione, ma in alcuni casi possono esserci ambienti con piastrelle di pregio che non si vogliono rimuovere. Un’ottima soluzione potrebbe essere in questo caso quella di affiancare alla pavimentazione esistente una pavimentazione in resina, da utilizzare solo in alcuni ambienti. Il principale vantaggio di un intervento di questo tipo è che la resina garantisce uno spessore molto ridotto, e può quindi affiancarsi all’esistente senza che si formino dislivelli.

La resina è ideale anche per ricoprire interamente con un ridotto spessore pavimentazioni esistenti di scarso pregio, in quanto consente di ottenere un dislivello di pochi mm. Inoltre garantisce una superficie uniforme, senza giunti, facile da pulire.

Un pavimento in resina ha un’elevata durabilità, non è scivoloso e ha funzione anche impermeabilizzante (infatti si usa spesso anche per pavimentazioni esterne). Il pavimento in resina è di norma ignifugo, anche se questo dipende dalla composizione di ogni resina.

Esistono infinite finiture per i pavimenti in resina: si possono realizzare superfici lisce o ruvide, anche con disegni o effetti particolari.

Ci sono però anche alcuni svantaggi nell’utilizzo di un pavimento in resina. Per esempio, non garantisce l’ispezionabilità in caso di problemi nel solaio, in quanto non si tratta di una tecnologia a secco (questo succede anche nel caso in cui si usino piastrelle su massetto cementizio, oppure con parquet con posa tradizionale).

Con il tempo, è possibile che alcune resine si ingialliscano e si graffino, se non vi è stato applicato uno strato di protezione.

Le resine sono spesso epossidiche, a volte bicomponenti, costituite da polimeri: ciò significa che non sono ecologiche, perchè sono sintetiche: si ottengono attaverso processi chimici, partendo da composti organici molto semplici,ricavati dagli idrocarburi del petrolio e del carbon fossile.

Esistono però alcune aziende che hanno sviluppato nuove resine più ecologiche: un esempio è Oltremateria. La tecnologia offerta da quest’azienda è dotata di numerose eco-certificazioni e garantisce l’assenza di resine epossidiche: i polimeri utilizzati “sono considerati notificati dall’ EINECS secondo la direttiva CEE/92/32 eco-compatibile, conforme alla direttiva comunitaria 2004/42/CE relativa ai VOC (componenti organici volatili) e conforme alla direttiva comunitaria CEE/89/106/IAQ (qualità dell’aria all’interno degli ambienti)“. In particolare, la finitura Ecopur consente una ionizzazione dell’aria, che “avviene mediante una miscela di vari inerti naturali che si attivano senza bisogno di energia, grazie alla presenza di ossigeno e di campi elettromagnetici generati nell’aria. La ionizzazione abbatte il pulviscolo atmosferico e attiva le molecole dell’ossigeno dell’aria rendendola più pura e salutare. La funzione antibatterica viene realizzata grazie ai micro sali d’argento e ai minerali particellari inseriti al suo interno, che consentono di bloccare ed eliminare la nascita e la proliferazione di batteri” (fonte: sito di Oltremateria).

Il costo di un pavimento in resina è generalmente superiore a quello di un pavimento standard rivestito con piastrelle, ma si tratta di un tipo di finitura davvero speciale, che può rivelarsi una soluzione innovativa e moderna in diverse situazioni, costituendo un ottimo investimento.

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Architettura, Arredamento

Arredare in stile etnico: tavolini in stile jungle

Quando si resta a casa, si può iniziare a pensare a qualche idea per rinnovare l’arredamento. Per chi preferisce uno stile naturale etnico, che ricorda il jungle, è opportuno pensare all’utilizzo del legno. Ci sono molti simpatici tavolini su cui appoggiare le chiavi, le riviste oppure tutte le carte o i micro-oggetti che ogni giorno ci portiamo dietro. Sul sito di Kave Home Italia trovi molti modelli di questo tipo! Di seguito la mia selezione.

Un tavolino molto caratteristico con una forma insolita ed originale si chiama Jeanette, realizzato in legno di teak (Tectona grandis). Il tavolino ha un piano circolare spesso 3 cm ed ha un diametro di 50 cm; è alto 55 cm, dunque può essere utilizzato come appoggio di fianco ad un divano o a una poltrona. Lo stile un po’ etnico lo rende ideale per ambienti outdoor coperti (non è utilizzabile in esterno) ma soprattutto per interni arredati secondo uno stile rustico, un po’ wild, un po’ sauvage, dove può dare un tocco di originalità. La piantana ha una forma irregolare, con un diametro di 40 cm alla base ed un’estremità di 20 cm in corrispondenza del piano. Jeanette è disponibile anche con piano circolare da 120 cm e altezza 78 cm; con piano circolare di diametro 80 cm e altezza 47 cm. Per chi lo desidera, esiste anche in colore nero.

Più raffinato, ma sempre in stile naturale, è invece il tavolino Hakon in legno massello di mangur, alto 45 cm, con un piano di forma quadrata di dimensioni 33 cm x 33 cm, dallo stile contemporaneo. E’ disponibile in due modelli: semplice o intagliato. Più lineare il modello senza intagli, più leggero e versatile il modello intagliato: esso presenta alcuni vuoti e alcuni pieni e si mostra molto versatile. Non è consigliabile il suo utilizzo all’aperto, ma è possibile usarlo all’interno. La forma inusuale lo rende idoneo per l’utilizzo sia del piano superiore sia della parte inferiore, come portaoggetti o come portariviste.

Essenziale, richiama la forma di un nido il tavolino Halker, sempre in stile jungle, realizzato in legno massello di mungur e in legno di Albizia (Albizia saman). Con un diametro di 30 cm, ha una forma cilindrica e presenta un foro al suo interno. Molto adatto come portaoggetti, richiama la forma di un nido in modo simpatico ed elegante. L’interno è utilizzabile, così come il piano di appoggio.Si può utilizzare anch’esso all’interno o all’esterno solo in spazio coperto; non è adatto all’utilizzo outdoor.

Un tuffo nel bosco con il tavolino modello Wellcres, di forma circolare (diametro 65 cm): si tratta di un pezzo artigianale, con quattro gambe inclinate, alto circa 40 cm. Ideale come svuotatasche o come arredo per il salotto. E’ realizzato in legno massello di mungur, legno di Albizia (Albizia saman) e in legno di teak (Tectona grandis).

Maggiori informazioni su sito ufficiale di Kave Home