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Progettazione di un giardino: come creare un’oasi perfetta

Progettare un giardino è un’arte che combina estetica, funzionalità e sostenibilità. Un giardino ben progettato non solo valorizza la tua casa, ma diventa anche un rifugio personale. Ecco qualche trucco per aiutarti a creare il giardino dei tuoi sogni.

1. Analisi del clima

Il primo passo nella progettazione di un giardino è capire il microclima della tua area. Analizza la quantità di sole e ombra che il tuo giardino riceve, le temperature medie stagionali, il vento e la quantità di pioggia. Questi fattori influenzeranno la scelta delle piante e la disposizione degli spazi.

2. Scelta delle essenze

Una volta compreso il clima, puoi iniziare a scegliere le essenze vegetali. Opta per piante autoctone, che sono meglio adattate al tuo ambiente e richiedono meno manutenzione. Considera anche la stagionalità, scegliendo piante che fioriscono in diversi periodi dell’anno per garantire un giardino sempre vivace.

3. Individuazione di uno stile

Il tuo giardino dovrebbe riflettere il tuo stile personale. Che tu preferisca un giardino formale, all’italiana, zen o naturale, è importante mantenere una coerenza stilistica. Cerca ispirazione in riviste specializzate e online, e non aver paura di mixare elementi diversi per creare qualcosa di unico.

4. Creazione dei percorsi e dell’arredo outdoor

I percorsi sono fondamentali per guidare l’occhio e il visitatore attraverso il giardino. Usa materiali come ghiaia, pietra o legno per creare sentieri funzionali ed estetici. Considera l’aggiunta di elementi d’arredo come panchine, fontane o pergole, che non solo abbelliscono lo spazio ma ne aumentano la fruibilità.

5. Progetto della manutenzione

Un giardino richiede cure costanti. Pianifica le attività di manutenzione, come irrigazione, potatura e concimazione, in modo da mantenerlo sempre al meglio. Considera l’installazione di un sistema di irrigazione automatizzato per ottimizzare l’uso dell’acqua, soprattutto durante i mesi più caldi.

In conclusione, la progettazione di un giardino è un processo che richiede attenzione ai dettagli e pianificazione. Con un’analisi accurata del clima, una scelta ponderata delle piante, uno stile ben definito, percorsi funzionali e un piano di manutenzione efficace, potrai creare uno spazio esterno che non solo incanta la vista, ma diventa un’estensione naturale della tua casa.

Se hai bisogno di aiuto per progettare il tuo giardino o il tuo balcone non esitare a contattarmi! Puoi scrivermi qui.

Se invece vuoi approfondire autonomamente il tema dei giardini trovi alcune risorse utili su questo sito (dove fino al 24 novembre trovi alcuni libri scontati del 20% editi da Salani).

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Arriva il Piano nazionale di azione per il radon

L’Italia si è dotata di un Piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032, pubblicato sul sito del Ministero della Salute e adottato con il DPCM 11 gennaio 2024. Clicca qui per consultarlo.

Il Piano “descrive la linea d’azione nazionale e fornisce agli esperti e ai cittadini interessati informazioni sulla strategia italiana per ridurre l’esposizione della popolazione al radon. Il radon è un gas nobile radioattivo naturale, è invisibile, inodore, incolore e insapore ed è un prodotto intermedio del decadimento di elementi radioattivi che si trovano nel suolo, nell’acqua e nei materiali da costruzione. Poiché è un gas, il radon può facilmente uscire e accumularsi nell’aria, all’aperto si diluisce e si disperde, ma all’interno, in ambienti chiusi, si concentra soprattutto quando la ventilazione degli edifici non è sufficiente”.

Le azioni del Piano prevedono l’individuazione delle aree di maggiore esposizione al radon, l’individuazione di strumenti per prevenire e ridurre la concentrazione di radon indoor e l’informazione, educazione, formazione e divulgazione sul tema.

Il radon è stato classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attraverso l’Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC), nel gruppo 1 delle sostanze per le quali vi è la
massima evidenza di cancerogenicità, poiché rappresenta uno dei principali fattori di rischio di
tumore ai polmoni, dopo il fumo. A livello mondiale la principale sorgente di esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti è data dal radon (42%), seguita dall’esposizione medica (20%).

Il Piano riporta alcune specifiche di intervento, con utili accorgimenti di cui tenere conto nella progettazione degli edifici.

  1. Limitare l’utilizzo dei locali seminterrati “a contatto con il terreno”
  2. Tenuta stagna e isolamento dagli ambienti a contatto con il terreno – corretto utilizzo degli isolanti e degli strati di impermeabilizzazione, nonchè studio del nodo fondazioni – terreno
  3. Passaggio delle condutture degli impianti entro le pareti perimetrali degli edifici
  4. L’impianto di fognatura dovrebbe prevedere l’attraversamento del pavimento dei locali cantina nel minor numero possibile di punti, minimizzando anche il numero di diramazioni sottostanti tali ambienti (con i relativi pozzetti di ispezione).
  5. Ventilazione naturale del terreno sottostante la fondazione
  6. Eliminazione del radon tramite isolamento (l’isolamento può essere garantito dalla stessa struttura della parte interrata dell’edifico, se realizzata interamente in cemento armato)
  7. Eliminazione del radon tramite ventilazione
  8. Contrasto degli effetti naturali del gradiente termico (modifica della distribuzione del sistema di depressioni presente
  9. Ventilazione (messa in depressione) del terreno sottostante la costruzione
  10. Aspirazione o ventilazione dell’aria dai locali interrati
  11. Ventilazione forzata all’interno dei locali di soggiorno

Una corretta progettazione dell’edificio può aiutare a scongiurare il pericolo radon, che non è da sottovalutare.

Fonte e immagine: Sito del Ministero della Salute

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Agevolazioni fiscali per interventi in edilizia nel 2024

Riporto di seguito un elenco delle agevolazioni fiscali di cui si può usufruire per gli interventi in edilizia nel 2024. Si ricorda che per usufruire dei bonus è sempre opportuno presentare prima dell’inizio dei lavori idonea pratica edilizia (salvo alcuni casi particolari).

  • Bonus casa – Detrazioni fiscali IRPEF al 50% su 10 anni – limite massimo di spesa di 96.000 euro per ogni unità immobiliare fino al 31 dicembre 2024. Da gennaio 2025 la detrazione fiscale tornerà al 36%, con limite di 48.000 euro, salvo ulteriori proroghe. Queste detrazioni valgono per interventi di manutenzione straordinaria sulle parti comuni dei condomini e su singole unità immobiliari. Maggiori informazioni cliccando sul sito di ENEA
  • Ecobonus 50%-65% – Detrazioni fiscali IRPEF al 50% o 65% su 10 anni – per interventi di manutenzione straordinaria finalizzati al risparmio energetico. Maggiori informazioni cliccando sul sito di ENEA
  • Superbonus – Nel 2024 scende al 70%, nel 2025 al 65%. Ma solo in alcuni casi previsti dalla normativa, in continua evoluzione.
  • Bonus mobili – Detrazioni fiscali IRPEF al 50% per l’acquisto di arredamento, su un importo massimo di 5000 euro per il 2024
  • Sismabonus – Detrazioni fiscali IRPEF al 50% per case unifamiliari per interventi di messa in sicurezza strutturale degli edifici nelle zone a rischio sismico, con possibilità di passare al 70% se con gli interventi si ottiene il passaggio a una classe di rischio inferiore e all’80% se si arriva con gli interventi a due classi di rischio inferiori. Per i condomini, partendo dal 50% si può arrivare al 75% o alll’85%. Il sismabonus vale anche per gli edifici a rischio produttivo (detrazioni IRES).
  • Bonus verde 36% – Detrazioni IRPEF al 36% per sistemazione di spazi verdi, installazione di impianti di irrigazione, coperture a verde e giardini pensili.
  • Bonus barriere architettoniche – Detrazione IRPEF al 75% per interventi finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche valida fino al 31 dicembre 2025.

Per maggiori informazioni o per avere consulenza sul progetto della tua casa, scrivimi a vivattiva@gmail.com. Se l’articolo ti è stato utile, puoi condividerlo sui social.

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Cosa vuol dire progettazione ecosostenibile?

Il termine “bioarchitettura” prende origine da due parole: “bio” e “architettura”. Il termine “bios” deriva dal greco e significa “che vive”. Un’architettura bio è dunque una costruzione edilizia che si ispira a principi costruttivi legati alla vita, all’organicità, alla natura vivente. La bioarchitettura permette la realizzazione di edifici secondo elementi di bioedilizia, utilizzando materiali di origine naturale, come per esempio il legno, i mattoni, la pietra, che siano anche ecocompatibili, ovvero facilmente biodegradabili o smaltibili nell’ambiente. La bioarchitettura infatti cerca di minimizzare la produzione di rifiuti, privilegiando l’utilizzo di materiali di scarto e di riciclo.

L’architettura “bioclimatica” o “bioecologica” cerca in particolar modo di direzionare il progetto in base al clima, anteponendo l’analisi del sito, dell’ambiente e del clima alla progettazione, per garantire l’ottimizzazione di forma, volumi e risorse materiali ed economiche.

Gli edifici costruiti in bioarchitettura sono edifici a risparmio energetico, ben isolati (la quantità di isolante viene stabilita in base alla zona climatica di riferimento), con una classe energetica alta e una specifica attenzione alla correzione dei ponti termici (ovvero i punti in cui si ha discontinuità tra materiali, e quindi dispersione di energia). Questo è reso possibile anche grazie a impianti alimentati da fonti di energia rinnovabili, per lo più grazie alla presenza di impianti fotovoltaici in copertura, ben orientati secondo l’irraggiamento solare.

La progettazione ecosostenibile è inclusiva e considera le esigenze anche di un’utenza fragile (bambini, anziani, portatori di handicap). Una vera sostenibilità infatti non è solo ambientale ma anche sociale.

Se sei interessato/a a costruire secondo principi di architettura ecosostenibile, non esitare a contattarmi. Puoi inviare una mail a vivattiva@gmail.com. Se poi questo articolo ti è stato utile, puoi ricondividerlo sui social o lasciarmi una recensione a cinque stelle su Google o Facebook.

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Sensibilizzare, che difficoltà

Quante volte si sente nominare la parola “sensibilizzazione”. Sensibilizzare significa rendere le persone consapevoli del “sentire”. Ovvero avvertire sensazioni, empatia, collegarsi in modo intimo alla situazione considerata. Quando si organizza un evento su tema ambientale, per esempio, si cerca di coinvolgere le persone in un processo più ampio, più articolato, globale. Si cerca di diffondere idee scientifiche e di renderne partecipi altri, con lo scopo di avere più attivisti ambientali e anche più consapevolezza su temi come i cambiamenti climatici, i rifiuti, ecc.

Ma cosa succede se una persona non “sente” niente? Se non si interessa a nulla, se non gli importa ciò che fa o che fanno gli altri? In questo caso abbiamo un problema. L’apatia e l’indifferenza in cui scivola la società può dipendere in larga parte dall’eccessivo utilizzo di apparecchi elettronici, soprattutto di cellulari. La tecnologia è un bene, ma il suo utilizzo eccessivo può provocare problemi. Ma in aggiunta a questo, si ha la percezione che davvero a volte a nessuno interessi nulla. Mi occupo del mio piccolo mondo qui, nel contingente, e poi chi s’è visto s’è visto. Non si tratta di essere moderni Don Chisciotte, e di combattere contro i mulini a vento, ma di cercare di dare l’esempio alle nuove generazioni per fare credere che un mondo migliore è possibile. E che parte dalle piccole cose: da un bambino che pianta una seme, a un anziano che sorride.

Se seminiamo piccoli gesti gentili facciamo la nostra parte. Non abbiamo nulla in cambio? Fa niente. Non si può agire solo in presenza di tornaconto. Fare senza aspettarsi nulla in cambio è quanto di meglio possiamo fare. Perchè solo se un gesto è fatto con il cuore ha pienamente senso.

Come coinvolgere le persone, dunque, per parlare di ambiente? Minacciando la fine del mondo e la morte globale? Spiegando gli aspetti positivi di un pianeta pulito ed ecologico?

Il dibattito è aperto e acceso. Il coinvolgimento di volontari e attivisti in prima linea è forse il modo migliore per risvegliare le coscienze. Seminando gesti di speranza e di ecosostenibilità che siano di esempio per gli altri, soprattutto per le giovani nuove generazioni, che hanno tanto bisogno di esempi positivi di riferimento.

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Happy 2023! Ti auguro TEMPO

“Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.”

Elli Michler, “Ti auguro tempo

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Il processo di ideazione di un progetto ecosostenibile

Foto di Picography da Pixabay

La ricerca di una progettazione “ecosostenibile”, ovvero ecologicamente orientata, che determini una pressione antropica tollerabile sul territorio, è una tendenza relativamente recente, che ha visto la sua progressiva evoluzione attraverso i concetti di “progettazione a risparmio energetico”, “ecologia” e “sostenibilità”. Si rivela come un tipo di progetto complessa da cui non si può più prescindere. Un approccio integrale che deve essereconsiderato a partire dall’ideazione, dalla fase embrionale del progetto, non solo a coronamento di un intervento già completato.

ANALISI DEL SITO

Input per il progetto ecosostenibile

Un progetto che voglia definirsi ecosostenibile deve basarsi su un’approfondita analisi del sito di progetto. Questo sottintende la considerazione di fattori non solo di tipo climatico (clima igrotermico, precipitazioni, disponibilità di fonti di energia rinnovabili, disponibilità di luce naturale, clima acustico, presenza di campi elettromagnetici), ma anche di fattori di tipo ambientale (aria, acqua superficiale, suolo, sottosuolo e acqua potabile, ambiente naturale ed ecosistemi paesaggio, aspetti storico – tipologici, traffico e viabilità, contesto socio–economico), che variano a seconda della posizione del sito stesso.

La posizione si individua mediante le coordinate geografiche (latitudine, longitudine, altitudine), in riferimento ai punti cardinali (nord, sud, ovest, est). I fattori climatici e ambientali possono essere analizzati a diverse scale: alla macroscala urbana, alla scala insediativa oppure alla scala di edificio. Ulteriore dato di input del progetto sono, naturalmente, le esigenze dell’utenza che usufruirà del progetto.

UN PROCESSO CICLICO

Concept, verifica dei requisiti di progetto, variazione del concept, ulteriore verifica, validazione

I dati di input individuati con l’analisi in fase di metaprogetto portano all’elaborazione di un concept, ovvero di un’idea base, che deve essere compatibile con l’analisi stessa del sito e delle esigenze di progetto. Qualora qualche parametro non risulti coerente con il concept, questo deve essere rimesso in discussione, fino al completo soddisfacimento di tutti i requisiti. Si tratta dunque di un processo iterativo, di continua verifica e variazione, finché il progetto può essere considerato definitivo.

Trasferimento di principi biologici all’architettura: biomimesi

La ciclicità di processo è elemento presente in natura ed avvicina maggiormente il progetto architettonico all’integrazione nell’ambiente ed a principi ecologici. I processi naturali si basano su cicli di ottimizzazione delle risorse e minimizzazione dei consumi, che possono essere trasferiti all’ambito architettonico ed applicati al progetto. Il trasferimento di principi biologici ad ambiti tecnologici artificiali, come l’architettura, è un processo di tipo biomimetico. La biomimesi utilizza infatti come fonte di ispirazione il mondo naturale, per applicare strategie e principi base ad altri ambiti.

UNA CONCEZIONE CRADLE–TO–CRADLE

Non più edifici “dalla culla alla tomba”

La progettazione ecosostenibile si basa sul principio “cradle–to–cradle” (“dalla culla alla culla”), teorizzato da William McDonough, in contrapposizione al sistema “cradle–to–grave” (“dalla culla alla tomba”), prevedendo l’eliminazione del concetto di rifiuto: ogni risorsa usata nel costruito può essere riutilizzata o divenire parte di un altro processo, così come in natura ogni rifiuto diventa fonte per alimentare un altro processo, mediante cicli.

Life Cycle Assessment. Edifici come alberi

La valutazione dell’LCA (Life Cycle Assessment) di un edificio è proprio questo: ottimizzazione delle risorse utilizzate e progettazione dell’intero ciclo di vita dell’edificio, prevedendone non solo la fase di utilizzo e manutenzione, ma anche una dismissione ecologica che non produca rifiuti. McDonough paragona gli edifici ad alberi, sottolineando come essi differiscano a seconda della fascia climatica. Gli alberi sono parte di ecosistemi e di cicli: allo stesso modo il costruito dovrebbe mantenere un equilibrio con l’ambiente circostante, coerente ed efficiente.

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10 buoni motivi per investire in edilizia ecosostenibile

Ci sono numerosi motivi per investire nell’edilizia ecosostenibile e nel risparmio energetico. Ci avete mai pensato? Eccone qualcuno.

  1. A giorni in Italia uscirà un nuovo decreto che aiuterà gli operatori del settore alla diffusione di buone pratiche di efficienza energetica, incoraggiando i cittadini ad effettuare interventi di miglioramento energetico dei propri immobili. Si parla addirittura di detrazioni fiscali pari al 120%, che permetterebbero di ripagare l’intero costo della ristrutturazione, guadagnandoci pure.

2. Indipendentemente dal nuovo decreto, esistono già numerose detrazioni fiscali per chi effettua interventi di miglioramento energetico del proprio edificio, di cui vi ho parlato diffusamente in questo articolo e in quest’altro.

3. L’edilizia ecosostenibile non è solo risparmio energetico, ed è attenta soprattutto alla salubrità dell’edificio, puntando il più possibile all’utilizzo di materiali naturali e certificati, che non rilascino sostanze nocive all’interno dell’immobile.

4. L’edilizia ecosostenibile è realmente amica dell’ambiente e parte da una rigenerazione del tessuto urbano, procedendo per progressive riqualificazioni di immobili esistenti, prima ancora di concretizzarsi nella costruzione di edifici ex novo, in quanto l’attenzione al consumo di suolo è prioritaria.

5. Un progetto ecosostenibile è attento alla previsione di future modifiche dell’immobile e viene realizzato in funzione di futuri possibili rinnovamenti o smantellamenti dei locali, pensando anche a come smaltire nel modo migliore i materiali utilizzati.

6. L’edilizia ecosostenibile mette al primo posto le esigenze dell’utente, compatibilmente con quelle dell’ambiente: punta a massimizzare il comfort, sulla base dei bisogni pregressi.

7. L’edilizia ecosostenibile costa il giusto rispetto a ciò che offre: una maggiore attenzione alla certificazione dei materiali, alla cura della qualità della posa in opera, all’attenzione allo smaltimento corretto dei rifiuti.

8. L’edilizia ecosostenibile minimizza l’impatto sull’ambiente, integrandosi con l’esistente e favorendo l’implementazione di spazi verdi esterni e interni all’edificio, permettendo all’utente di riappropriarsi di quello slancio biofilico che caratterizza la specie umana, spesso dimenticato.

9. Nell’ottica di un economia circolare, l’utilizzo di materiali di riciclo o la progettazione del riutilizzo degli scarti o dei rifiuti del costruito costituisce un valore aggiunto a cui è opportuno pensare: il rifiuto diventa risorsa che vive nuova vita e costruisce il futuro.

10. Una progettazione ecosostenibile in un’ottica bioclimatica parte dall’analisi dei dati climatico-ambientali di un sito o di un edificio esistente, puntando alla minimizzazione e all’ottimizzazione dell’utilizzo degli impianti, che possono e devono essere combinati con contributi di tipo passivo dati dal clima di riferimento. Questo si ripercuote in una minimizzazione dei costi di gestione dell’edificio, e grazie all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili può consentire anche un guadagno economico a lungo termine, grazie all’ autoproduzione di energia.

Se vuoi progettare la tua casa, esistente o nuova, secondo criteri di edilizia ecosostenibile, mandami subito una mail: info@vivattiva.eu. Ti risponderò appena possibile.

Se invece vuoi approfondire le tematiche legate all’edilizia ecosostenibile puoi come sempre trovare numerosi testi sul sito della Feltrinelli, cliccando qui.

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Greenwashing? No, grazie!

Avrete spesso sentito parlare di “greenwashing”. Si tratta di una serie di comportamenti, messi in atto a un ente o da un’azienda, atti a testimoniare un impegno nell’ecologia, nella tutela dell’ambiente e nel risparmio energetico che in realtà non sono tali. Si tratta, in parole povere, di una specie di “copertura” per fare apparire ecologiche ed ecosostenibili realtà produttive o singoli prodotti che non lo sono. Sappiamo bene che il “green” è prima di tutto un impegno, che prevede il coinvolgimento e la messa in pratica di strategie di ottimizzazione delle risorse e minimizzazione delle sostanze inquinanti.

Il greenwashing può essere caratterizzato dalla semplice omissione di pratiche non sostenibili da parte di un’azienda, da vere e proprie false dichiarazioni, che possono essere dovute anche a comunicazioni esagerate o a marketing gonfiato” (tratto da “Green Branding” di Luca Grandosi)

Le conseguenze del greenwashing sono dannose per la stessa azienda, perchè provocano un danno di immagine e la diffusione di una cattiva reputazione. Ma sono dannose soprattutto per l’ambiente e per il settore dell’economia green, perché drogano il mercato con prodotti spacciati per sostenibili, che in realtà non lo sono.

I consumatori devono fare, dunque, molta attenzione, anche nella scelta di prodotti che siano rispettosi dell’ambiente in modo reale, e la cui messa sul mercato implichi processi produttivi realmente ecologici.

Per chi volesse approfondire la tematica del greenwashing, consiglio la lettura di questo articolo. Un video riassuntivo si trova invece a questo link di Instagram, dove trovate molti altri video che ho preparato per la serie “Green Words”.

Per approfondire invece la tematica della comunicazione ecosostenibile, consiglio la lettura del libro sopra citato, “Green Branding”, di L. Garosi,

Iscriviti alla newsletter di VIVATTIVA! Ti invierò in omaggio un racconto a tema ecologico per bambini e ragazzi, ambientato ai tempi del Coronavirus.

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Un futuro ecosostenibile: l’unico possibile, da progettare ora

Fonte immagine:  “forest” by barnyz is licensed under CC BY-NC-ND 2.0 

Oggi voglio condividere con voi una bella riflessione.

“Ci siamo addormentati in un mondo, e ci siamo svegliati in un altro. Improvvisamente Disney è fuori dalla magia, Parigi non è più romantica, New York non si alza più in piedi, il muro cinese non è più una fortezza, e la Mecca è vuota.
Abbracci e baci diventano improvvisamente armi, e non visitare genitori e amici diventa un atto d’amore.
Improvvisamente ti rendi conto che il potere, la bellezza e il denaro non hanno valore e non riescono a prenderti l’ossigeno per cui stai combattendo.
Il mondo continua la sua vita ed è bellissimo. Mette solo gli esseri umani in gabbie. Penso che ci stia inviando un messaggio: “Non sei necessario. L’aria, la terra, l’acqua e il cielo senza di te stanno bene. Quando tornate, ricordate che siete miei ospiti. Non i miei padroni”

Cosa ne pensate? Io sono molto colpita, e credo che dovrebbe essere di stimolo per tutti noi. Questa momentanea (si spera) crisi deve indurci a capire che la sostenibilità va messa in pratica, non accantonata in un angolo: il progresso senza rispetto, empatia e cura dell’ambiente non è nulla. Perché noi siamo parte della natura e il nostro benessere è strettamente collegato ad essa. Gli uomini e le donne “con la memoria corta” che vedono nella specie umana una condizione di superiorità rispetto alla natura si sbagliano. Solo un approccio di tipo biofilico, “amico dell’ambiente” e lungimirante, parsimonioso in termini di risorse e rispettoso dell’esistente può permetterci di andare avanti. Diversamente, la selezione naturale di Darwin agisce, La natura fa il suo corso indisturbata, e ci fa capire chi comanda.

Serviranno le nostre migliori risorse per costruire un futuro fatto di rigenerazione di ciò che si è indebolito e distrutto, ove possibile, e di costruzione di qualcosa di resiliente e innovativo, ecosostenibile e integrato con l’ambiente. E’ l’unico futuro possibile.

Nel frattempo, vi segnalo che ho scritto un racconto scaricabile gratuitamente cliccando qui : è a tema ecologico ed appartiene alla Collana Eco-storie, per bambini (4-12 anni). In questo caso è ambientato “ai tempi del #Coronavirus”. Il titolo è “Anna e il balcone”! 
Cliccando su “Aggiungi al carrello”, “Visualizza carrello” e poi su “Concludi ordine”, registrandosi, potrete scaricare gratis il PDF.
Se avete piacere, potete lasciare anche un commento su “recensioni”!

Se poi non sapete come organizzare la vostra giornata, che magari adesso vi sembra vuota, trovate proposte per tutti i gusti sul sito di Feltrinelli, dove c’è anche una piccola guida all’#iorestoacasa (clicca qui)

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