Architettura, Cambiamento climatico, Design, Economia circolare, Efficienza energetica, Innovazione, Rifiuti, sviluppo sostenibile

Nuova Direttiva Europea green: tra efficienza energetica e sostenibilità ambientale

E’ in fase di discussione la nuova Direttiva Europea GREEN EPBD IV, inerente gli indirizzi generali sui criteri di sostenibilità ed efficienza energetica. Questo tema diventa sempre più rilevante e sta contribuendo alla nascita di una nuova coscienza ambientale nelle persone. Il superbonus e il sismabonus hanno sicuramente spinto le persone ad affrontare la tematica e a capire meglio l’importanza di edifici con determinate caratteristiche. La normativa va in quella direzione, e saranno sempre di più le persone che prediligeranno una casa efficiente dal punto di vista energetico e sismico.

Parlare di efficienza energetica richiama il concetto di “sviluppo sostenibile”, ovvero al cercare di soddisfare i bisogni delle generazioni future e non solo a quelle presenti. La sostenibilità è realmente ambientale, sociale ed economica. Solo se riusciamo a costruire un edificio mettendo insieme questi tre fattori stiamo facendo qualcosa di realmente sostenibile. Lo sviluppo sostenibile richiama l’Agenda 2030, che richiama 17 obiettivi da raggiungere nei vari Paesi del mondo, pensando ad uno sviluppo sostenibile a tutto tondo. Il tema dell’energia pulita e accessibile riguarda in particolare l’obiettivo 17, che punta ad un incremento delle fonti di energia rinnovabili e dell’efficienza energetica.

La Nuova Direttiva Europea del 2020 ha come obiettivo il rinnovamento energetico, con un incremento di circa 160.000 posti di lavoro in edilizia. La sigla EPBD sta per “Energy Performance Building” e risale al 2002: le Direttive Europee 2002/91/CE, 2010/31/CE, 2018/44/UE sono state recepite negli anni creando leggi nazionali sul tema.

La recente EPBD IV (nota come Direttiva Case Green) è in fase di discussione e non è ancora stata pubblicata in G.U. Il documento ufficiale riporta alcuni dati importanti: il 75% degli edifici dell’Unione Europea è inefficiente. L’efficienza energetica pertanto dovrebbe essere un punto fondamentale al centro della politica. La Direttiva UE impone edifici a zero emissioni, non più a “emissioni quasi 0” entro il 2050.

Il documento europeo introduce un “passaporto di ristrutturazione” che pianifica gli interventi di ristrutturazione dal punto di vista energetico pianificando nel tempo l’esecuzione degli stessi, con la possibilità di creare molto lavoro per tutti gli operatori nel settore edile.

Compare anche una nuova visione dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE) entro fine 2025. Si va dunque verso l’eliminazione delle classi F e G: si potrebbe parlare di circa 1,4-1,8 milioni di edifici da riqualificare. Il quadro è pertanto molto complesso e per questo è in fase di discussione: in dicembre probabilmente ci sarà una revisione.

Il concetto di sostenibilità sarà dunque più ampio e non solo legato all’efficienza energetica: occorrerà anche una visione ambientalmente compatibile, che prevede la riduzione dei rifiuti e il miglioramento della qualità dell’aria, in linea con l’Agenda 2030 (obiettivi 11 e 12), nonchè una gestione ecocompatibile dei rifiuti e degli appalti.

Occorre pertanto puntare in edilizia su prodotti ecocompatibili, che siano in grado di dare anche qualità acustica e termica agli edifici. L’analisi ambientale dell’edificio infatti riguarda l’intero ciclo di vita di un edificio e valuta il potenziale di riscaldamento globale (GWB) di un immobile nella sua intera vita.

In questo quadro si identificano i CAM (Criteri Ambientali Minimi), introdotti come obbligatori nell’ambito degli interventi di efficientamento energetico eseguiti con il superbonus 110%. Esistono CAM che riguardano i quartieri, gli edifici, i singoli materiali e il cantiere. Per alcuni materiali isolanti in particolare è necessario verificare che siano composti da una certa percentuale di materiale riciclato (con certificazione idonea).

Se vuoi approfondire il tema dell’efficienza energetica, puoi dare un’occhiata al sito di Feltrinelli cliccando qui

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Architettura, Arredamento, Design, Economia circolare, Rifiuti

Bonus in edilizia/5: mobili ed elettrodomestici

Il bonus mobili ed elettrodomestici consiste in una detrazione IRPEF usufruibile sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici oggetto di ristrutturazione. Il tetto massimo di spesa per il 2023 è pari a 8.000 euro, mentre nel 2024 scenderà a 5.000 euro. La detrazione è pari a 50% delle spese sostenute e può avvenire in dieci rate annuali. Tutti i pagamenti devono avvenire con bonifico parlante bancario o postale.

Per poter essere portate in detrazione le spese… occorre che ci sia una pratica edilizia presentata in Comune: deve cioè essere attiva una ristrutturazione dell’immobile. In particolare, per quanto riguarda l’acquisto di elettrodomestici, bisogna procurare una classe non inferiore alla A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori.

La detrazione riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva di pertinenze, o la parte comune di edificio soggetto a ristrutturazione. Pertanto chi effettua lavori su più unità abitative ha diritto a utilizzare le detrazioni più volte.

Nota bene: gli acquisti di alcuni elettrodomestici per i quali si può usufruire del bonus (forni, frigoriferi,
lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici) vanno comunicati all’Enea. La mancata o tardiva trasmissione non implica, tuttavia, la perdita del diritto alle detrazioni (risoluzione n. 46/E del 18 aprile 2019)

Maggiori approfondimenti si possono trovare qui sul sito dell’Agenzia delle Entrate. E’ disponibile anche una guida esplicativa scaricabile qui, aggiornata a gennaio 2023.

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Architettura, Economia circolare, Efficienza energetica, Innovazione, Rifiuti

Tecnologia stratificata a secco: perché conviene?

La tecnologia stratificata a secco è conosciuta anche come tecnologia S/R (o Struttura/Rivestimento). La tecnologia stratificata a secco comprende solitamente un involucro esterno, stratificazioni di intercapedine isolata esterna, struttura portante, stratificazioni di intercapedine isolata interna, involucro interno. Nelle intercapedini intermedie vengono disposti isolanti termo-acustici o materiali inibitori d’incendio, a seconda della prestazione richiesta. La differenziazione fisica di questi strati senza utilizzo di leganti (salvo alcune necessarie connessioni) permette di “evitare coazioni statiche, ponti termici e acustici, dilatazioni termiche dannose, vulnerabilità nei confronti dell’incendio” (cit. Imperadori M., “La progettazione con tecnologia stratificata a secco“). Di solito la struttura è realizzata in acciaio o in legno, ma talvolta anche in calcestruzzo armato.

La tecnologia stratificata a secco può essere vista come una specie di “meccano kit”, che prende origine da alcune esperienze costruttive dei Paesi nordici. Esistono alcuni esempi di tecnologia a secco in natura: per esempio le vespe realizzano dei leggeri nidi in carta, costituiti da cellette esagonali; anche le cosiddette “architetture senza architetti”, quali esempi di architettura vernacolare (capanna camune, pinneddu, palafitta, yurta, trabucco, trullo) sono esempi di tecnologia a secco semplice, con strutture completamente smontabili.

La tecnologia stratificata a secco presenta alcuni indubbi vantaggi:

  • massima libertà architettonica del progettista e definizione progettuale
  • differenziazione e miglioramento prestazionale
  • costituzione di pacchetti tecnologici
  • indipendenza funzionale
  • ottimizzazione delle risorse per la costruzione
  • riduzione dei tempi di costruzione e ottimizzazione delle fasi di processo
  • ispezionabilità della costruzione in caso di guasto
  • assemblabilità e smontabilità
  • impatto ambientale sostenibile: possibilità di recupero dei materiali in caso di smantellamento della costruzione, con possibilità di dividere e differenziare i rifiuti da demolizione, pensando ove possibile ad un loro recupero o riciclaggio
  • riduzione dei costi di costruzione

La tecnologia stratificata a secco si può utilizzare sia per le strutture verticali, come i muri, sia per le strutture orizzontali, come i solai. Esistono oggi molte aziende utilizzano la tecnologia a secco. Vanoncini è per esempio un’impresa che costruisce con questo metodo, avendo anche al suo attivo numerosi esempi di edilizia sostenibile (clicca qui per visitare il sito). Tolin è invece un’azienda specializzata nella posa di parquet a secco, su sabbia. Questa soluzione ha il grande vantaggio di essere ispezionabile in caso di guasto. Un’ottima soluzione in caso di scelte progettuali orientate alla bioedilizia (clicca qui per visitare il sito)

Per approfondire la progettazione con tecnologia stratificata a secco vi consiglio un testo molto specifico: “Active house. Progettazione e innovazione con tecnologie di costruzione stratificata a secco” di Marco Imperadori. Nel libro sono ben esplicitati i vantaggi di questa tecnologia, e il testo è un’ottima guida per la progettazione per tutti i tecnici del settore, ma anche per i privati che vogliono aumentare le loro conoscenze in merito.

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Economia circolare, Innovazione, Rifiuti, sviluppo sostenibile

LCA – Analisi del ciclo di vita

LCA in edilizia

L’analisi del ciclo di vita di un bene, di una procedura o di un servizio prevede la valutazione del suo impatto ambientale, considerando anche le fasi di pre-produzione, produzione, distribuzione, uso, riciclaggio e reintroduzione nella filiera.

L’LCA considera il consumo di risorse e di emissioni di un determinato bene, di una procedura o di un servizio e si configura come uno strumento importante del Life Cycle Thinking, per progettare beni e servizi “dalla culla alla culla” invece che “dalla culla alla tomba”.

La procedura LCA è standardizzata a livello internazionale dalle norme ISO 14040 e 14044. Sul sito http://circulareconomytoolkit.org/ si trova molto materiale per approfondire la tematica e per provare ad analizzare i prodotti di un’azienda, anche della propria, dal punto di vista dell’LCA.

A livello europeo segnalo invece la European Platform on Life Cycle Assessment, disponibile a questo link.

L’analisi dell’LCA è fondamentale nell’ottica di diffusione di un’economia circolare (per approfondire questo tema leggi questo articolo).

Per chi vuole approfondire la tematica dell’analisi del ciclo di vita trovate un testo di approfondimento sul sito della Feltrinelli, cliccando qui!

Il libro fa parte dei manuali di architettura sostenibile editi da Edizione Ambiente, ed è scritto da Gian Luca Baldo, Massimo Marino e Stefano Rossi. Il libro offre una serie di spunti tecnici e di casi studio pratici utili per chi si vuole avvicinare a queste tematiche.

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Architettura, Biomimesi, Economia circolare, Efficienza energetica, Rifiuti

Il processo di ideazione di un progetto ecosostenibile

Foto di Picography da Pixabay

La ricerca di una progettazione “ecosostenibile”, ovvero ecologicamente orientata, che determini una pressione antropica tollerabile sul territorio, è una tendenza relativamente recente, che ha visto la sua progressiva evoluzione attraverso i concetti di “progettazione a risparmio energetico”, “ecologia” e “sostenibilità”. Si rivela come un tipo di progetto complessa da cui non si può più prescindere. Un approccio integrale che deve essereconsiderato a partire dall’ideazione, dalla fase embrionale del progetto, non solo a coronamento di un intervento già completato.

ANALISI DEL SITO

Input per il progetto ecosostenibile

Un progetto che voglia definirsi ecosostenibile deve basarsi su un’approfondita analisi del sito di progetto. Questo sottintende la considerazione di fattori non solo di tipo climatico (clima igrotermico, precipitazioni, disponibilità di fonti di energia rinnovabili, disponibilità di luce naturale, clima acustico, presenza di campi elettromagnetici), ma anche di fattori di tipo ambientale (aria, acqua superficiale, suolo, sottosuolo e acqua potabile, ambiente naturale ed ecosistemi paesaggio, aspetti storico – tipologici, traffico e viabilità, contesto socio–economico), che variano a seconda della posizione del sito stesso.

La posizione si individua mediante le coordinate geografiche (latitudine, longitudine, altitudine), in riferimento ai punti cardinali (nord, sud, ovest, est). I fattori climatici e ambientali possono essere analizzati a diverse scale: alla macroscala urbana, alla scala insediativa oppure alla scala di edificio. Ulteriore dato di input del progetto sono, naturalmente, le esigenze dell’utenza che usufruirà del progetto.

UN PROCESSO CICLICO

Concept, verifica dei requisiti di progetto, variazione del concept, ulteriore verifica, validazione

I dati di input individuati con l’analisi in fase di metaprogetto portano all’elaborazione di un concept, ovvero di un’idea base, che deve essere compatibile con l’analisi stessa del sito e delle esigenze di progetto. Qualora qualche parametro non risulti coerente con il concept, questo deve essere rimesso in discussione, fino al completo soddisfacimento di tutti i requisiti. Si tratta dunque di un processo iterativo, di continua verifica e variazione, finché il progetto può essere considerato definitivo.

Trasferimento di principi biologici all’architettura: biomimesi

La ciclicità di processo è elemento presente in natura ed avvicina maggiormente il progetto architettonico all’integrazione nell’ambiente ed a principi ecologici. I processi naturali si basano su cicli di ottimizzazione delle risorse e minimizzazione dei consumi, che possono essere trasferiti all’ambito architettonico ed applicati al progetto. Il trasferimento di principi biologici ad ambiti tecnologici artificiali, come l’architettura, è un processo di tipo biomimetico. La biomimesi utilizza infatti come fonte di ispirazione il mondo naturale, per applicare strategie e principi base ad altri ambiti.

UNA CONCEZIONE CRADLE–TO–CRADLE

Non più edifici “dalla culla alla tomba”

La progettazione ecosostenibile si basa sul principio “cradle–to–cradle” (“dalla culla alla culla”), teorizzato da William McDonough, in contrapposizione al sistema “cradle–to–grave” (“dalla culla alla tomba”), prevedendo l’eliminazione del concetto di rifiuto: ogni risorsa usata nel costruito può essere riutilizzata o divenire parte di un altro processo, così come in natura ogni rifiuto diventa fonte per alimentare un altro processo, mediante cicli.

Life Cycle Assessment. Edifici come alberi

La valutazione dell’LCA (Life Cycle Assessment) di un edificio è proprio questo: ottimizzazione delle risorse utilizzate e progettazione dell’intero ciclo di vita dell’edificio, prevedendone non solo la fase di utilizzo e manutenzione, ma anche una dismissione ecologica che non produca rifiuti. McDonough paragona gli edifici ad alberi, sottolineando come essi differiscano a seconda della fascia climatica. Gli alberi sono parte di ecosistemi e di cicli: allo stesso modo il costruito dovrebbe mantenere un equilibrio con l’ambiente circostante, coerente ed efficiente.

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Cambiamento climatico, Rifiuti, Verde

Decreto clima, ecobonus e bonus casa

Nel rispetto della Direttiva 2008/50/CE per la qualità dell’aria il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa, ha approvato un decreto-legge noto come Decreto Clima (Misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria e proroga del termine di cui all’articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189 (decreto-legge) , che prevede una serie di misure:

  • un “buono mobilità” destinato ai cittadini che risiedono in comuni che superano i limiti di emissioni inquinanti indicati dalla normativa europea sulla qualità dell’aria. Il buono consiste in un contributo di 500 o 1.500 euro per chi rottama rispettivamente un motociclo o un’auto fino alla classe euro 3 entro il 31 dicembre 2021 e potrà essere usato per acquistare abbonamenti di trasporto pubblico locale o biciclette anche a pedalata assistita;
  • un fondo per finanziare progetti di creazione, prolungamento, ammodernamento di corsie preferenziali di trasporto pubblico locale;
  • uno stanziamento per i comuni con particolari livelli di inquinamento che realizzano o implementano il trasporto scolastico dei bambini della scuola dell’infanzia statale e comunale attraverso mezzi di trasporto ibridi elettrici o non inferiori a euro 6, immatricolati per la prima volta dopo il 31 agosto 2019;
  • risorse per finanziare un programma sperimentale di riforestazione;
  • un fondo per finanziare gli esercenti che, al fine di ridurre la produzione di rifiuti, attrezzano spazi dedicati alla vendita di prodotti sfusi o alla spina, alimentari e detergenti.

Il decreto, inoltre, proroga al 31 dicembre 2019 il termine per l’avvio della restituzione dei tributi e dei contributi previdenziali e assistenziali non versati per effetto della cosiddetta “busta paga pesante”, nei territori del centro Italia colpiti dal sisma del 2016.

Per quanto riguarda invece l’ECOBONUS, ovvero le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente (istituite con legge finanziaria 296/2006), in seguito alla pubblicazione della legge 30 dicembre 2018 n.145 (Legge di Bilancio 2019 – G.U. n. 302 del 31 dicembre 2018), sono prorogate fino al 31/12/2021 per gli interventi sull’involucro delle parti comuni degli edifici condominiali (aliquote del 70%,75%, 80% e 85%) e fino al 31/12/2019 negli altri casi (aliquote del 50% e 65%) – sito di riferimento: https://ecobonus2019.enea.it/ )

E’ attivo anche il sito relativo al BONUS CASA 2019, dedicato agli interventi edilizi e tecnologici che comportano risparmio energetico e/o utilizzo di fonti rinnovabili di energia ammessi alle detrazioni fiscali del 50% ai sensi dell’art. 16bis del dpr 917/86 (TUIR) e successive modificazioni – sito di riferimento: https://bonuscasa2019.enea.it/ .

Formazione, Rifiuti, Scuola

Un racconto per ragazzi a tema ecologico

Da oggi è disponibile on line, cliccando qui, un racconto per ragazzi su una tematica ambientale, scritto da me. Si chiama “Anna e la spiaggia”.

E’ il primo di una serie di racconti per ragazzi, che saranno raccolti nella Collana “Ecostorie” di VIVATTIVA.

Questi racconti sono pensati essenzialmente per ragazzi tra i 4 e i 12 anni, con lo scopo di sensibilizzarli sull’amore per la natura ed il rispetto dell’ambiente.

Anna, la protagonista, è una ragazzina sensibile ai problemi ambientali, che più o meno consapevolmente guida altri ragazzi e adulti a compiere azioni ecologiche e di valorizzazione del territorio. Un’ “eroina” positiva, che potrebbe essere emulata dalle nuove (e vecchie) generazioni.

La storia è scaricabile come e-book, in formato pdf. L’ho completata con piccole vignette a colori, per rendere più divertente il racconto.

Il racconto si rivolge principalmente ai genitori e agli insegnanti, ovvero a coloro che devono contribuire ad educare e formare le nuove generazioni.

Se il racconto è di vostro gradimento, vi chiedo di lasciare una piccola recensione sul sito, nell’apposita sezione, sotto l’immagine del prodotto.

Spero in questo modo di dare il mio piccolo contributo alla diffusione di idee di cittadinanza attiva, altruismo, rispetto e valorizzazione della natura.

Per scaricare l’e-book, cliccare qui.

Economia circolare, Rifiuti

Una bottiglia biodegradabile, un materiale innovativo

L’etichetta della Bio Bottle – Sant’Anna

Si chiama Bio Bottle: è la bottiglia 100% biodegradabile messa in commercio da Sant’Anna. Le bottiglie da 1 e 1,5 litri rappresentano l’unica linea di bottiglie compostabili presente in Italia.

Il materiale di cui è composto la bottiglia è PLA, che è una plastica biodegradabile, ovvero un polimero che si ricava dagli zuccheri contenuti nelle piante (mais), senza utilizzo di petrolio o di suoi derivati. La bottiglia è biodegradabile in 80 giorni e risulta conforme alla norma UNI EN 13432 (relativa alle caratteristiche che un materiale deve avere per essere considerato biodegradabile). La sola bottiglia può dunque essere gettata nell’organico. Il tappo e l’etichetta, tuttavia, sono in PE, per cui devono essere staccati e raccolti insieme ai rifiuti di plastica.

Ingeo™ biopolymer PLA è il biopolimero di origine 100% vegetale di Sant’Anna Bio Bottle, ed è prodotto dall’azienda americana Natureworks, in Nebraska. Il PLA o acido polilattico è prodotto dal destrosio (zucchero) estratto da materiali a base biologica. È la bioplastica, o biopolimero, più popolare e l’unica attualmente prodotta in un impianto di scala mondiale. 

BioBottle ha ottenuto una certificazione di qualità e garantisce:

  • un risparmio di oltre il 50% di energie non rinnovabili;
  • l’abbattimento del 60% di emissione di anidride carbonica;
  • l’abbattimento nel processo produttivo di stabilimento del 60% di energia nella fase di produzione delle preforme delle bottiglie (fase di essiccazione del granulo), fino al 30% in fase di fusione e del 70% nel ciclo di raffreddamento delle preforme (fonte: Sito Sant’Anna)

Sant’Anna ha ottenuto per questo prodotto numerosi premi come impresa attenta all’ambiente, investendo costantemente in ricerca e sviluppo per cercare di avere anche un tappo ed un’etichetta 100% naturali.

Quando non è possibile utilizzare una borraccia è opportuno, dunque, scegliere involucri innovativi … come la bottiglia biodegradabile.

Il PLA può avere vari utilizzi in ambito industriale e nella vita di tutti i giorni… per esempio stoviglie, pellicole, imballaggi … laddove questi non possono essere del tutto aboliti … rappresenta una buona soluzione!

Economia circolare, Innovazione, Rifiuti

Un portale per la riqualificazione e la pulizia del territorio

Il logo di Cleyoci – Clean your city (fonte: http://www.cleyoci.com)

Esiste un portale web dove si possono organizzare eventi di riqualificazione e pulizia del territorio. Si chiama Cleyoci – Clean your city (https://www.cleyoci.com/) e prevede l’autenticazione mediante login.

Chi intende organizzare eventi di sensibilizzazione e azione per pulire le strade, le piazze e le spiagge può semplicemente iscriversi al sito e poi inserire il proprio evento nel calendario, per fargli acquistare maggiore visibilità. Per informazioni scrivere a info@cleyoci.com. Esiste anche un account Instagram (@cleyoci).

Il portale prevede la possibilità per gli organizzatori di monitorare il numero di iscritti ai “cleaning events”. Ci si può iscrivere agli eventi anche come volontario. Cleyoci nasce dunque per rendere i cittadini partecipi della pulizia della propria città. Possono iscriversi al sito privati, gruppi di volontari, associazioni, aziende, pubbliche amministrazioni, pro loco.

Nell’ottica di diffusione si una cultura ecosostenibile, che è uno dei principali scopi di VIVATTIVA (@vivattiva) è importante che ognuno dia il suo contributo. Ben vengano dunque eventi di pulizia del territorio auto-organizzati, se finalizzati a fare del bene alla propria città e a contribuire al miglioramento della società. C’è molto da fare, si tratta solo di partire. Si tratta di singole piccole gocce nel mare, ma tante gocce insieme possono fare la differenza.

Cleyoci è uno strumento utile per la diffusione e lo scambio di idee, nonché per il passaggio di informazioni in merito agli eventi di pulizia del territorio. Teniamolo d’occhio e partecipiamo attivamente!

Cambiamento climatico, Economia circolare, Rifiuti

Plastica: una Direttiva Europea a tutela dell’ambiente

Una Direttiva sulla riduzione e la progressiva eliminazione degli oggetti in plastica monouso è finalmente in vigore nei paesi dell’Unione Europea. In particolare, si vieteranno i prodotti in plastica monouso dal 2021.

Saranno vietati:

  • posate di plastica monouso (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette)
  • piatti di plastica monouso
  • cannucce di plastica
  • bastoncini cotonati fatti di plastica
  • bastoncini di plastica per palloncini
  • plastiche ossi-degradabili, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso

Entro il 2029 dovrà essere fatta la raccolta del 95% delle bottiglie in plastica; le bottiglie di plastica dovranno essere costituite per il 25% di contenuto riciclabile entro il 2025 e di almeno il 30% entro il 2030.

Si rafforza inoltre nei Paesi dell’Unione Europea l’applicazione del principio “chi inquina paga”. “L’etichettatura informativa sull’impatto ambientale di disperdere per strada le sigarette con filtri di plastica sarà obbligatoria. Ciò dovrà valere anche per altri prodotti come bicchieri di plastica, salviette umidificate e tovaglioli sanitari ” (fonte: sito Europarlamento).

Un grande passo avanti per l’ambiente dunque, considerando che l’inquinamento da plastica è una delle piaghe che attanaglia il nostro Pianeta. I dati che emergono infatti sono molto preoccupanti:

Secondo la Commissione europea, oltre l’80% dei rifiuti marini è costituito da plastica. I prodotti coperti dalla legislazione costituiscono il 70% di tutti i rifiuti marini. A causa della sua lenta decomposizione, la plastica si accumula nei mari, negli oceani e sulle spiagge dell’UE e del mondo. I residui di plastica sono ingeriti dalle specie marine (come tartarughe marine, foche, balene e uccelli, ma anche dai pesci e dai crostacei) e sono quindi presenti nella catena alimentare umana.

E’ importante che ogni cittadino dia il suo contributo: scegliere prodotti privi di imballaggio in plastica o suoi derivati, preferire le borracce all’utilizzo delle bottiglie, la raccolta ed il riciclaggio della plastica … sono buone pratiche per fare del bene all’ambiente e quindi indirettamente anche a noi stessi, che nell’ambiente viviamo e al cui ambiente apparteniamo.