L’efficienza energetica in casa e in ufficio è un tema cruciale quando si parla di cambiamenti climatici: molta è l’energia che consumiamo con il settore civile, e grande è la responsabilità dei singoli.
Come detto più volte, ognuno di noi può fare qualcosa per mitigare i cambiamenti climatici, e risparmiare energia è un esempio. Il settore edile è altamente energivoro e la maggior parte degli edifici esistenti si colloca in classe G, ovvero appartengono ad una classe energetica poco efficiente, con altissime dispersioni ed elevato consumo in bolletta.
Nell’ambito dell’iniziativa “Italia in Classe A”, ENEA ha messo a disposizione alcuni opuscoli informativi per divulgare tematiche complesse in modo semplice e metterle a disposizione delle persone. Avendo aderito alla campagna formativa ed informativa, pubblico sul sito alcuni opuscoli che ritengo utili, liberamente scaricabili.
E’ successo di nuovo: ieri nella mia città, nel Lodigiano… in poche ore è caduto un quarto della pioggia caduta dall’inizio dell’anno… Questi eventi improvvisi, violenti, sempre più imprevedibili e incontrollabili sono un’espressione evidente dei cambiamenti climatici. Alcune persone sono rimaste intrappolate nei tunnel della tangenziale; disagi evidenti per numerosi cittadini in diverse aree della città. Il sottopassaggio di Via Zalli stanotte completamente allagato, per non parlare di Via Secondo Cremonesi. Case allagate, box e cantine alluvionati.
Se qualcuno ancora avesse dubbi, il cambiamento climatico esiste, ed è in atto. Rimando alla lettura del mio articolo “Perchè dovremmo tutti piantare alberi?”, in cui un video dell’IPCC mostra chiaramente come il cambiamento climatico porterà accentazione di problemi come fame, disuguaglianza sociale, migrazioni e crisi. E’ indispensabile un cambio di rotta, subito. Clicca qui
Ragioni per preoccuparsi: il cambiamento climatico porta, tra l’altro, alla perdita di ecosistemi. Se perdiamo ecosistemi, perdiamo biodiversità e possiamo incorrere in grossi problemi, non quantificabili: eventi estremi, siccità, alluvioni. Se la temperatura aumenta oltre una certa soglia aumenta il rischio di eventi catastrofici: scioglimento improvviso dei ghiacci, inversione di fenomeni circolatori oceanici, piogge fortissime, ecc. Si può parlare di singoli hot spot, ma se questi hot spot si collegano tra di loro il rischio di fenomeni estremi aumenta, con conseguenze catastrofiche. I cambiamenti climatici possono aumentare la disuguaglianza sociale: i paesi e i gruppi sociali più poveri sono più vulnerabili al cambiamento climatico.
Da oggi è disponibile on line, cliccando qui, un racconto per ragazzi su una tematica ambientale, scritto da me. Si chiama “Anna e la spiaggia”.
E’ il primo di una serie di racconti per ragazzi, che saranno raccolti nella Collana “Ecostorie” di VIVATTIVA.
Questi racconti sono pensati essenzialmente per ragazzi tra i 4 e i 12 anni, con lo scopo di sensibilizzarli sull’amore per la natura ed il rispetto dell’ambiente.
Anna, la protagonista, è una ragazzina sensibile ai problemi ambientali, che più o meno consapevolmente guida altri ragazzi e adulti a compiere azioni ecologiche e di valorizzazione del territorio. Un’ “eroina” positiva, che potrebbe essere emulata dalle nuove (e vecchie) generazioni.
La storia è scaricabile come e-book, in formato pdf. L’ho completata con piccole vignette a colori, per rendere più divertente il racconto.
Il racconto si rivolge principalmente ai genitori e agli insegnanti, ovvero a coloro che devono contribuire ad educare e formare le nuove generazioni.
Se il racconto è di vostro gradimento, vi chiedo di lasciare una piccola recensione sul sito, nell’apposita sezione, sotto l’immagine del prodotto.
Spero in questo modo di dare il mio piccolo contributo alla diffusione di idee di cittadinanza attiva, altruismo, rispetto e valorizzazione della natura.
E’ di ieri la notizia che l’educazione civica torna ad essere una materia di studio a scuola in Italia, a partire dal prossimo settembre; si attiverà nella scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. Si tratta di una scelta positiva per l’ambiente, la legalità e la società. Saranno 33 le ore di studio obbligatorie a scuola (un’ora a settimana).
Alcune scuole hanno già attivato dei moduli di educazione ambientale extra programma, di concerto con enti o docenti esterni agli istituti scolastici, prima di questa scelta governativa. Ed è un bene: l’educazione ambientale deve essere ai primi posti nel bagaglio di uno studente, per accrescere la sua consapevolezza di cittadino del mondo e di elemento appartenente all’ambiente.
“Nessun uomo è un’isola”, come afferma John Donne; ciò significa che ognuno è parte di un tutto, e che ogni nostro atteggiamento influisce sulla società, sul territorio, sul Pianeta. E’ importante quindi conoscere alcuni concetti base che regolano e migliorano la convivenza civile e lo sviluppo sociale.
La materia “educazione civica” comprende alcune tematiche trasversali, non solo ambientali, ma anche inerenti alla legalità, al diritto, all’educazione stradale. In particolare: la Costituzione italiana, le istituzioni nazionali e internazionali, l’Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile, la cittadinanza digitale, il diritto del lavoro, lo sviluppo ecosostenibile, la tutela del patrimonio ambientale, il rispetto e la valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni. Concetti fondamentali per la crescita di generazioni proattive e consapevoli del “vivere sociale e civile”.
Negli anni scorsi, ho attivato alcuni progetti di sensibilizzazione sulla tematica ambientale a scuola: il progetto “Il trenino della sostenibilità” ha riscosso negli anni scorsi molto successo tra gli studenti, articolato come approfondimento teorico e attività di laboratorio su temi rilevanti dal punto di vista ambientale. Il progetto è ancora disponibile, per avere maggiori informazioni clicca qui e/o scrivi a info@vivattiva.eu.
Oggi 29 luglio 2019 è l’Overshoot Day: il giorno in cui l’uomo sul Pianeta inizia ad utilizzare un numero maggiore delle risorse che vengono prodotte sul Pianeta, non consentendo una loro completa rigenerazione. Ogni anno l’Overshoot Day cade sempre prima: brutto segno, perché invece di diminuire la sua impronta ecologica, la specie umana sta continuando a consumare risorse in maniera crescente.
Secondo la Global Footprint Network, rete internazionale per la scienza della sostenibilità, l’uomo sta attualmente utilizzando le risorse 1,75 volte più velocemente del tempo necessario alla rigenerazione dei nostri ecosistemi; in altre parole, servirebbero attualmente 1,75 “Pianeti Terra” per soddisfare le necessità umane. Questo problema è cominciato intorno agli anni ’70, e poi è andato peggiorando: l’Overshoot Day anticipa sempre di più durante l’anno, perchè i consumi invece di diminuire aumentano.
Parliamo quindi di deforestazione, di eccessivo consumo di suolo, di perdita di biodiversità e di crescente numero di emissioni di gas serra nell’atmosfera, con conseguenze sul cambiamento climatico ed incremento dei fenomeni metereologici estremi.
Cliccando qui è possibile prendere visione di una serie di azioni che l’uomo potrebbe intraprendere per ridurre la propria impronta ecologica e #movethedate, ovvero spostare sempre più verso la fine dell’anno l’Overshoot Day. Le azioni riguardano tutti gli aspetti del nostro stile di vita: cibo, trasporti, consumo di energia, abbigliamento, ecc.
Chi vuole calcolare la propria impronta ecologica, ovvero verificare quanto la sua presenza, i suoi acquisti ed il suo stile di vita incidono sul consumo delle risorse del pianeta.. può utilizzare questo link, messo a disposizione da Global Footprint Network.
Per avere a disposizione più dati in merito a questa tematica, potete consultare questa pagina, in cui vengono suddivisi i consumi sulla base dei singoli Paesi, tenendo conto anche del numero di abitanti. Per quanto riguarda l’Italia, è evidente che l’impronta ecologica media degli abitanti supera di gran lunga la disponibilità di risorse, creando un deficit di risorse. ed un “debito dell’uomo” nei confronti del Pianeta.
Avete mai sentito parlare della curva di Keeling? Essa prende il nome dallo scienziato C. D. Keeling e mostra in modo evidente un aumento della concentrazione di anidride carbonica nell’aria dal 1958 ad oggi, con una crescita del + 30% ed un incremento medio di oltre 2 parti per milione l’anno. La curva mostra un andamento a dente di sega, dovuta all’azione della fotosintesi delle foreste boreali, che catturano in estate l’anidride carbonica. E’ stata pubblicata tra i dati scientifici a supporto della mostra “Capire il cambiamento climatico”, che si è tenuta dal mese di marzo al mese di giugno 2019 presso il Museo di Storia Naturale di Milano; il grafico è stato fornito dalla Scripps Institution of Oceanography di San Diego e prende come riferimento la situazione nei pressi del Monte Mauna Loa, alle Hawaii.
Nella stessi dati scientifici presentati nella mostra appare evidente come un innalzamento del livello del mare di 1 metro entro il 2100 porterebbe Venezia ad essere sommersa dal mare, provocando disagi anche nel Delta del Po (fonte: ClimateCentral.org). Non sarebbero risparmiate neanche città costiere come Miami, Giakarta e New Orleans, con gravi ripercussioni sulle migrazioni delle persone e in ambito economico mondiale.
L’innalzamento del livello dei mari è in relazione con lo scioglimento dei ghiacciai e dei ghiacci polari: si stima che l’aumento sia attualmente di 3-4 mm/anno, e che possa crescere ulteriormente, in concomitanza con l’aumento della temperatura del Pianeta (fonte: IPCC, 2013). Lo scenario di innalzamento del livello dei mari varia in funzione delle emissioni di gas serra e può essere migliorato solo mettendo in pratica la decarbonizzazione.
Si rilevano, in parallelo, un incremento della popolazione mondiale, che è arrivata a 7,7 miliardi nel 2019, ed un aumento della deforestazione e della desertificazione, con conseguenze ambientali, economiche e sociali.
Un’analisi scientifica delle emissioni di gas serra in Europa mette in evidenza che il 28% è prodotto dall’industria energetica, il 27% dai trasporti, il 18% dall’industria, il 13% da case, uffici e negozi, l’11% dal settore agricolo e il 3% dalla gestione dei rifiuti (fonte: EEA, European Environment Agency).
Alcune proiezioni dell’IPCC (2013) rilevano che se riusciremo a contenere le emissioni dei gas serra potrebbe manifestarsi un aumento della temperatura globale del pianeta di 2°C entro il 2100; secondo lo scenario attuale, si prevede che la temperatura aumenterà di oltre 4°C.
Ognuno di noi, nel suo piccolo, può contribuire a ridurre le proprie emissioni di gas serra.
E’ di pochi giorni fa la notizia di una violentissima grandinata a Pescara. Un fenomeno improvviso, che si è manifestato con chicchi di grandine di dimensioni simili ad arance. La città è stata completamente allagata: paralisi per la circolazione stradale, problemi per l’ospedale, feriti tra le persone. A Milano Marittima, sulla riviera romagnola, 2000 pini sono stati spazzati via e sono caduti come carte, colpiti da un fortissimo e improvviso vento che ha devastato la spiaggia.
Il cambiamento climatico non è un’opinione. E’ una realtà. Fenomeni di intensità più debole diventano sempre più potenti, veloci ed imprevedibili.
Nel 2014 l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha diffuso in rete un bel video, che mostra come possono evolvere i fenomeni meterologici e quali possono essere le conseguenze dei cambiamenti climatici. Questo video, molto chiaro, è visibile qui: https://www.youtube.com/watch?v=AvLul4PiZYE. La visione è consigliata a tutti coloro che ancora hanno dubbi sull’esistenza di un cambiamento climatico e sulla sua origine antropica. Le attività umane stanno provocando un surriscaldamento del Pianeta senza precedenti, che è sotto gli occhi di tutti, con devastanti effetti sugli ecosistemi, sulla società, sull’economia.
Oltre 200 scienziati hanno firmato una lettera aperta, rivolta alle autorità italiane, per chiedere di potenziare le politiche di rallentamento dei cambiamenti climatici.
Cosa possiamo fare noi piccoli cittadini italiani? Per esempio, piantare alberi! Effettuando la fotosintesi, gli alberi sono i migliori produttori di ossigeno e assorbitori di anidride carbonica che si possano desiderare! E poi.. possiamo modificare il nostro stile di vita, privilegiando una mobilità dolce, un cibo a km zero, minimizzando la produzione di rifiuti ed efficientando dal punto di vista energetico la nostra abitazione.
Non ultimo, possiamo contribuire a diffondere una corretta informazione scientifica sui cambiamenti climatici in atto.
Giovedì 23 maggio sarò a Bologna presso l’Ordine degli Ingegneri per tenere la docenza del seminario “Biomimesi e ingegneria: innovazione ispirata alla natura”. Non mancate!
Oggi si celebra il Darwin Day. Sì, perché Charles Darwin era nato il 12 febbraio 1809. Chi era Darwin? Molti di noi lo hanno studiato a scuola. Darwin era un naturalista inglese, che ha teorizzato l’evoluzione delle specie. In altre parole, ha rivoluzionato il mondo scientifico, con una scoperta sensazionale. Ha osservato la selezione naturale, scoprendo che sopravvivono meglio le specie che si adattano in modo più efficace all’ambiente, e che trasmettono le proprie caratteristiche genetiche ai discendenti. La natura seleziona i caratteri che consentono di sopravvivere più facilmente e li trasmette alle generazioni successive: le specie più “forti” finiscono per avere il sopravvento sulle altre.
E’ ancora importante parlare di Darwin oggi? Certo, perché si parla di scienza. Di realtà, di qualcosa di tangibile e dimostrabile. Oggi i contenuti scientifici vengono fortemente messi in discussione, calpestati e talvolta presi in giro. E’ indispensabile perciò che la comunità scientifica acquisisca nuova forza, e che si occupi anche di divulgazione. E’ necessario che gli aspetti scientifici più importanti vengano spiegati in modo semplice a tutti. La scienza non può essere solo per pochi eletti, ma deve essere patrimonio di tutti.
Ma non tutto è scienza, per cui occorre saper discriminare in modo razionale e sapiente le notizie vere da quelle “fake”, e in questo hanno un ruolo fondamentale gli ambasciatori scientifici.
Occorre comunicare la visione di una scienza democratica ma precisa, che non è interpretabile, ma solo verificabile. L’opinione non è scienza. Le teorie scientifiche vengono formulate in seguito ad una serie di esperimenti e mediante dimostrazioni talvolta semplici, talvolta complesse. Le teorie scientifiche non sono mai definitive, ma possono andare incontro a variazioni, integrazioni, verifiche. Solo una teoria verificata in molti modi diviene un fatto scientifico.
Il ruolo del ricercatore impone la necessità di porsi domande sempre nuove e di andare in avanscoperta verso luoghi scientifici non tradizionali. Ma non tutto deve essere considerato scienza. La soggettività non deve intaccare la scienza, se non è sufficientemente forte e dimostrabile.
Anche quest’anno VIVATTIVA porta avanti alcune proposte nel campo della FORMAZIONE.
I progetti sono diversi per contenuti e difficoltà a seconda del target a cui si rivolgono.
– PROGETTO “IL TRENINO DELLA SOSTENIBILITA'” – IV Edizione – Si rivolge alle scuole secondarie di primo e secondo grado nel Lodigiano e sul territorio italiano, e prevede lezioni frontali con laboratori su temi di educazione ambientale. Arrivato alla sia IV edizione, ha riscosso negli anni passati grande interesse sia presso gli studenti sia presso genitori e docenti.
– PROGETTO “BIBLIOT – ECO” – I Edizione – Si tratta di una nuova proposta di VIVATTIVA FORMAZIONE per portare l’educazione ambientale nelle biblioteche del Lodigiano. La proposta si rivolge ai bambini fino ai 10 anni.
– SEMINARIO “BIOMIMESI E INGEGNERIA: INNOVAZIONE ISPIRATA ALLA NATURA” con laboratorio progettuale – Si tratta di un seminario tematico rivolto a professionisti, seguito da un laboratorio interattivo in cui i partecipanti diventano protagonisti della materia di studio. Il seminario prevede l’erogazione di CFU ed è stato portato avanti già presso alcuni Ordini professionali, che l’hanno riconosciuto come attività di aggiornamento professionale.
Per ottenere informazioni in merito ai progetti di cui sopra e/o partecipare, inviare una mail a info@vivattiva.eu o chiamare il numero 3394372785.