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Comunità energetiche: un futuro sostenibile e condiviso

Foto di Bruno da Pixabay

Negli ultimi anni, il concetto di comunità energetiche sta guadagnando sempre più attenzione come soluzione innovativa per affrontare le sfide legate alla sostenibilità energetica e alla transizione ecologica. Ma cosa sono esattamente le comunità energetiche, quali benefici offrono, dove sono già diffuse, e perché potresti considerare di aderire a una di esse?

Cosa sono le comunità energetiche?

Le comunità energetiche sono gruppi di persone, aziende o enti locali che si uniscono per produrre, gestire e consumare energia in modo collaborativo e sostenibile. Queste comunità spesso si basano su fonti di energia rinnovabile, come il solare o l’eolico, e mirano a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, migliorando al contempo l’efficienza energetica e abbassando i costi per i membri.

Benefici delle comunità energetiche

  1. Riduzione dei costi energetici: Partecipare a una comunità energetica può portare a significativi risparmi sulle bollette elettriche, grazie alla produzione locale di energia e alla condivisione dei costi tra i membri.
  2. Sostenibilità ambientale: Utilizzando fonti rinnovabili, le comunità energetiche contribuiscono alla riduzione delle emissioni di CO2, supportando la lotta contro il cambiamento climatico.
  3. Autonomia energetica: Le comunità energetiche permettono di ottenere una maggiore indipendenza dalle grandi compagnie energetiche, riducendo la vulnerabilità alle fluttuazioni dei prezzi dell’energia.
  4. Coesione sociale: La creazione di una comunità energetica può rafforzare i legami sociali all’interno di una comunità locale, promuovendo la cooperazione e la partecipazione attiva dei cittadini.

Dove sono già diffuse?

Le comunità energetiche sono particolarmente diffuse in paesi come la Germania, il Regno Unito e la Danimarca, dove politiche di supporto e incentivi fiscali hanno favorito la loro crescita. Anche in Italia, la tendenza sta crescendo, con diverse iniziative locali che stanno emergendo in città e piccoli comuni, spesso supportate da fondi europei e nazionali. Esistono alcune agevolazioni collegate al PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza), per esempio, per gli abitanti dei piccoli comuni (meno di 5000 abitanti – se sei interessato a saperne di più contattami)

Perché aderire a una comunità energetica?

Aderire a una comunità energetica rappresenta un passo concreto verso un futuro più sostenibile e responsabile. È un’opportunità per contribuire attivamente alla transizione ecologica, partecipando a un progetto che combina benefici economici con quelli ambientali e sociali. Se sei interessato a ridurre la tua impronta ecologica e a sostenere un modello energetico più equo e sostenibile, allora una comunità energetica potrebbe essere la scelta giusta per te. (Nota: l’impronta ecologica è un metodo per calcolare il tuo impatto ambientale, considerando il consumo di suolo – espresso in ettari – dedicato alle tue attività nei vari settori economici. Maggiore è il tuo consumo di risorse e di suolo, maggiore è la tua impronta ecologica, maggiore è il tuo impatto – in negativo – sull’ambiente).

Conclusione

Le comunità energetiche rappresentano una risposta innovativa e concreta ai problemi energetici del nostro tempo. Offrono la possibilità di partecipare a un cambiamento positivo, promuovendo un uso consapevole e condiviso delle risorse energetiche. Valutare l’adesione a una comunità energetica significa non solo risparmiare, ma anche investire nel futuro del nostro pianeta e delle generazioni future.

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Insufflaggio per isolare le pareti di casa

Per ridurre le dispersioni termiche dell’involucro della tua casa l’intervento più efficace è l’isolamento a cappotto. Tuttavia se vivi in una casa degli anni ’70 molto probabilmente le pareti hanno una struttura a intercapedine… ed è possibile realizzare un intervento di insufflaggio.

Si tratta di una tecnica che consente di iniettare isolante nell’intercapedine di aria del tuo muro. Questa soluzione è relativamente economica rispetto ad un isolamento a cappotto, anche se non risolve i ponti termici: non isola pilastri e solai, per esempio.

E’ una tipologia di intervento che può essere utile laddove non si può o non si vuole effettuare un isolamento esterno o interno di una muratura ed è un buon compromesso tra tempi, costi e benefici. Permette inoltre di risparmiare spazio, anzi, di ottimizzare lo spazio che già è utilizzato.

L’intervento di insufflaggio può essere utilizzato anche nei sottotetti: se il solaio verso sottotetto non riscaldato non viene utilizzato può essere ricoperto di uno strato di isolante che riduce molto le dispersioni energetiche verso l’alto. Un’alternativa ai classici materassini o rotoli di isolante.

L’insufflaggio può essere portato in detrazione fiscale. Sempre meglio, però, aprire prima una pratica edilizia.

Possono essere utilizzati vari materiali: lana di vetro, fibre di legno, cellulosa o addirittura lolla di riso.

L’insufflaggio può essere anche abbinato alla realizzazione di un cappotto esterno, con notevoli benefici per l’efficienza energetica della casa.

Se hai bisogno di supporto tecnico e vuoi saperne di più o desideri provare a realizzare questa tipologia di intervento, contattami!

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Bioedilizia e risparmio energetico: costruire un futuro sostenibile

Cosa è la bioedilizia

La bioedilizia rappresenta un approccio innovativo e sostenibile alla costruzione e alla ristrutturazione degli edifici, mirato a ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza energetica. Questo settore si basa sull’utilizzo di materiali ecologici e tecnologie avanzate per creare abitazioni e strutture che siano non solo efficienti dal punto di vista energetico, ma anche salutari per gli occupanti.

Materiali Ecologici

Uno degli aspetti fondamentali della bioedilizia è l’uso di materiali naturali e riciclabili. Tra questi, troviamo legno, bamboo, paglia, canapa e altri materiali che hanno un basso impatto ambientale sia in fase di produzione che di smaltimento. L’uso di questi materiali contribuisce a ridurre le emissioni di anidride carbonica e a promuovere la gestione sostenibile delle risorse naturali.

Efficienza energetica

Le tecniche di bioedilizia sono strettamente legate al concetto di risparmio energetico. Gli edifici costruiti secondo i principi della bioedilizia sono progettati per massimizzare l’efficienza energetica attraverso l’uso di isolanti naturali, finestre a doppio o triplo vetro, sistemi di ventilazione meccanica controllata e pannelli solari, termici e fotovoltaici. Queste soluzioni permettono di ridurre significativamente il consumo di energia per il riscaldamento e il raffrescamento, diminuendo così le bollette e l’impatto ambientale.

Progettazione bioclimatica

La progettazione bioclimatica è un altro elemento chiave della bioedilizia. Questo approccio prevede l’orientamento degli edifici in modo da sfruttare al meglio le risorse naturali come il sole, il vento e la vegetazione. Ad esempio, l’orientamento delle finestre verso sud consente di massimizzare l’apporto di luce solare durante l’inverno, riducendo la necessità di riscaldamento artificiale. Allo stesso tempo, l’uso di schermature solari e ventilazione naturale aiuta a mantenere gli ambienti freschi durante l’estate. L’approccio bioclimatico parte da un’attenta analisi del sito, del clima e delle esigenze degli occupanti.

Certificazioni e normative

Esistono diverse certificazioni che attestano la sostenibilità degli edifici, come LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) e CasaClima. Queste certificazioni valutano vari aspetti della costruzione, dall’efficienza energetica alla gestione delle risorse idriche, passando per la qualità dell’aria interna e l’uso di materiali ecocompatibili. Ottenere una di queste certificazioni non solo migliora la reputazione dell’edificio, ma anche il suo valore di mercato. Anche l’Attestato di Prestazione Energetica che si utilizza in Italia per determinare il consumo energetico di un edificio ha un valore importante: il tecnico certificatore suggerisce al cliente quali interventi migliorativi dell’efficienza energetica può realizzare. Ovviamente è fondamentale anche l’impatto ambientale degli interventi, non solo quello energetico e numerico. Se i materiali sono salubri, l’utente finale sarà più soddisfatto e vivrà in un ambiente sano.

Vantaggi economici

Investire nella bioedilizia comporta numerosi vantaggi economici a lungo termine. Gli edifici efficienti dal punto di vista energetico hanno costi di gestione inferiori grazie alla riduzione del consumo di energia e all’uso di risorse naturali rinnovabili. Inoltre, molti governi offrono incentivi fiscali e finanziamenti agevolati per chi sceglie di costruire o ristrutturare secondo i principi della bioedilizia. In Italia fino a dicembre 2024 si possono utilizzare le detrazioni fiscali; da gennaio 2025 le detrazioni passeranno al 36%.

(Aggiornamento a ottobre 2024: sembra che le detrazioni al 50% siano prorogate al 2025, ma solo per la prima casa. Probabilmente sarà prorogato anche il bonus mobili – ma attendiamo le conferme per entrambe le cose).

La bioedilizia e il risparmio energetico rappresentano il futuro della costruzione sostenibile. Adottare questi principi non solo contribuisce a preservare l’ambiente, ma migliora anche la qualità della vita degli occupanti e offre significativi vantaggi economici. Scegliere la bioedilizia significa investire in un futuro più verde e responsabile.

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A cosa serve uno studio di fattibilità?

Uno studio di fattibilità serve a inquadrare il tipo di interventi che è possibile effettuare su un immobile esistente da ristrutturare o da efficientare dal punto di vista energetico, ed il relativo costo . Ovviamente non implica l’obbligo di effettuarli, ma permette di valutare in modo oggettivo vantaggi e svantaggi.

Uno studio di fattibilità parte sempre dallo stato di fatto, dal rilievo e da una verifica di conformità dell’edificio oggetto di analisi. La conformità ci dice sostanzialmente se l’immobile costruito è conforme a quanto depositato in Comune e al catasto, ed è un dato indispensabile per poter usufruire delle detrazioni fiscali in modo corretto.

La valutazione degli interventi da realizzare per migliorare un immobile vieneeffettuata considerando anche il costo necessario. In alcuni casi può rendersi necessario un investimento consistente, in altri un investimento minore. E’ comunque sempre opportuno affidarsi a un tecnico, che può redigere anche un computo metrico o un rendering per valutare i preventivi delle imprese, affiancando il committente nella scelta degli affidatari dell’incarico.

In ogni caso è sconsigliato eseguire un “fai da te”: a ognuno il suo lavoro….

Se sei interessato ad uno studio di fattibilità per il tuo immobile, non esitare a contattarmi alla mail vivattiva@gmail.com.

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Direttiva Casa Green: approvata in UE

La Direttiva Casa Green (EPBD), nuova norma comunitaria europea, è stata definitivamente approvata.

Ha lo scopo di ridurre le emissioni di gas serra provenienti dal comparto edilizia-impianti e in particolare richiede di portare il patrimonio edilizio dell’Unione Europea a emissioni zero entro il 2050, eliminando gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040. Entro il 2030 inoltre tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero. Parallelamente, sarà necessario incentivare le fonti di energia rinnovabili collegate agli impianti e la mobilità sostenibile, soprattutto elettrica.

Dalla pubblicazione in GU, gli Stati membri dell’Unione Europea avranno due anni per recepire le disposizioni nella legislazione nazionale.

Per quanto riguarda gli edifici residenziali, si parla di un taglio del consumo di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria dovrà essere ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni, con maggiore consumo energetico.

Un ruolo centrale verrà svolto dunque dagli interventi di efficentamento energetico, sia di isolamento opaco e trasparente sia di impiantistica: particolare importanza rivestiranno i sistemi ibridi e le pompe di calore elettriche, collegate a impianti fotovoltaici, dato che le vecchie caldaie a gas non potranno più essere utilizzate.

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Arriva il Piano nazionale di azione per il radon

L’Italia si è dotata di un Piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032, pubblicato sul sito del Ministero della Salute e adottato con il DPCM 11 gennaio 2024. Clicca qui per consultarlo.

Il Piano “descrive la linea d’azione nazionale e fornisce agli esperti e ai cittadini interessati informazioni sulla strategia italiana per ridurre l’esposizione della popolazione al radon. Il radon è un gas nobile radioattivo naturale, è invisibile, inodore, incolore e insapore ed è un prodotto intermedio del decadimento di elementi radioattivi che si trovano nel suolo, nell’acqua e nei materiali da costruzione. Poiché è un gas, il radon può facilmente uscire e accumularsi nell’aria, all’aperto si diluisce e si disperde, ma all’interno, in ambienti chiusi, si concentra soprattutto quando la ventilazione degli edifici non è sufficiente”.

Le azioni del Piano prevedono l’individuazione delle aree di maggiore esposizione al radon, l’individuazione di strumenti per prevenire e ridurre la concentrazione di radon indoor e l’informazione, educazione, formazione e divulgazione sul tema.

Il radon è stato classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attraverso l’Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC), nel gruppo 1 delle sostanze per le quali vi è la
massima evidenza di cancerogenicità, poiché rappresenta uno dei principali fattori di rischio di
tumore ai polmoni, dopo il fumo. A livello mondiale la principale sorgente di esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti è data dal radon (42%), seguita dall’esposizione medica (20%).

Il Piano riporta alcune specifiche di intervento, con utili accorgimenti di cui tenere conto nella progettazione degli edifici.

  1. Limitare l’utilizzo dei locali seminterrati “a contatto con il terreno”
  2. Tenuta stagna e isolamento dagli ambienti a contatto con il terreno – corretto utilizzo degli isolanti e degli strati di impermeabilizzazione, nonchè studio del nodo fondazioni – terreno
  3. Passaggio delle condutture degli impianti entro le pareti perimetrali degli edifici
  4. L’impianto di fognatura dovrebbe prevedere l’attraversamento del pavimento dei locali cantina nel minor numero possibile di punti, minimizzando anche il numero di diramazioni sottostanti tali ambienti (con i relativi pozzetti di ispezione).
  5. Ventilazione naturale del terreno sottostante la fondazione
  6. Eliminazione del radon tramite isolamento (l’isolamento può essere garantito dalla stessa struttura della parte interrata dell’edifico, se realizzata interamente in cemento armato)
  7. Eliminazione del radon tramite ventilazione
  8. Contrasto degli effetti naturali del gradiente termico (modifica della distribuzione del sistema di depressioni presente
  9. Ventilazione (messa in depressione) del terreno sottostante la costruzione
  10. Aspirazione o ventilazione dell’aria dai locali interrati
  11. Ventilazione forzata all’interno dei locali di soggiorno

Una corretta progettazione dell’edificio può aiutare a scongiurare il pericolo radon, che non è da sottovalutare.

Fonte e immagine: Sito del Ministero della Salute

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Ritenuta sui bonifici parlanti per ristrutturazioni dall’8% all’11%

A partire dal 1 marzo 2024 la percentuale di ritenuta sui bonifici bancari per usufruire delle detrazioni fiscali per il risparmio energetico è aumentata dall’8% all’11%, in accordo con quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 289/23). In particolare, si parla dei cosiddetti bonifici parlanti, necessari per usufruire di agevolazioni fiscali quali bonus casa, ecobonus, superbonus, bonus barriere architettoniche, ecc.
In passato, ed in particolare nel 2015, l’aliquota di ritenuta sui bonifici era già stata aumentata dal 4% all’8%. Portare tale valore all’11% significa che le imprese e i professionisti incassano una cifra decurtata di quel valore, che quindi riduce la liquidità di cui possono disporre.
Questa misura sta creando notevole sconcerto e preoccupazione tra gli operatori del settore, che si vedono sempre più decurtare le cifre incassate, a fronte di sempre maggiori richieste tecniche, pratiche e burocratiche.
Ricordiamo che il bonifico parlante bancario o postale è fondamentale per usufruire delle detrazioni fiscali legate alle operazioni di ristrutturazione immobiliare. In particolare, il bonifico parlante deve sempre contenere:
– la causale del versamento (con riferimento al bonus che si sta utilizzando);
– il codice fiscale o il numero di Partita IVA del beneficiario del pagamento;
– il codice fiscale del beneficiario della detrazione.

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Come tinteggiare le pareti di casa?

La tinteggiatura di una parete può influire sulla percezione di uno spazio. Esistono diverse possibilità, da valutare in base all’immobile oggetto di analisi. A seconda dell’effetto desiderato è possibile infatti scegliere alcune tecniche. Se ne riportano di seguito alcune:

  • Una sola parete colorata, le altre pareti bianche – si “allunga” lo spazio
  • Pareti colorate e bordo sul soffitto dello stesso colore – si crea la percezione di spazio più “alto”
  • Pareti colorate e bordo sulle pareti uguale al soffitto – si crea la percezione di spazio più “basso”
  • Pareti a strisce verticali colorate – si crea la percezione di spazio più “alto”
  • Pareti a strisce orizzontali colorate – si crea la percezione di spazio “allargato”
  • Pareti a motivi geometrici – per dare un tocco moderno e inconsueto all’ambiente

In merito poi alla scelta della pittura, si considera di utilizzare un prodotto a basso o nullo contenuto di VOC (Composti Organici Volatili), per minimizzare l’inquinamento indoor. Una soluzione molto ecologica è per esempio la pittura a calce, antica e molto utilizzata per esempio negli edifici storici. La pittura a calce si adatta molto bene a superfici porose, ma è adatta anche ad altri tipi di supporto. E’ molto traspirante e non è impermeabile. E’ pertanto da evitare su pareti soggette a dilavamento o molto esposte alle intemperie. La pittura a calce è molto utilizzata in bioedilizia.

Le idropitture sono quelle oggi più usate comunemente, che consentono di ottenere diversi effetti sulla parete e risultano molto coprenti. A seconda dell’ambiente è possibile scegliere una pittura con determinate caratteristiche. La tempera è la pittura colorata tradizionale, poco coprente, oggi normalmente sostituita dall’idropittura. Normalmente ha bisogno dell’utilizzo di un fissativo. Lo smalto, invece, è un tipo di pittura acrilica, che svolge funzione protettiva ed è solitamente impermeabile. Si può utilizzare per esempio in bagno o in cucina, dove anche se si macchia può essere facilmente lavato.

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Cambio di destinazione d’uso da ufficio a residenziale

Per effettuare un cambio di destinazione d’uso da ufficio a residenziale occorre verificare che la normativa urbanistica lo consenta, in quanto si va a modificare il carico urbanistico. Occorre inoltre verificare la presenza dei requisiti igienico-sanitari della destinazione d’uso prescelta in base al regolamento edilizio e d’igiene del Comune dove si trova l’immobile. Per ultima cosa, occorrerà modificare la categoria catastale (che passerà presumibilmente da A/10 a A/3 o A/2). E bisogna controllare anche che il condominio dove si trova l’immobile permetta il cambio di destinazione d’uso (vedi regolamento condominiale). Ogni Comune ha le sue regole. Un cambio di destinazione d’uso potrebbe essere possibile a Lodi ma non a Milano o Roma, o viceversa.

Nel cambio di destinazione d’uso ci saranno in genere alcune spese:

  • oneri di urbanizzazione
  • diritti di segreteria comunali
  • parcella del tecnico incaricato di progetto, DL e pratica edilizia
  • parcella del tecnico incaricato della sicurezza
  • spese per gli eventuali lavori edili

Attenzione. La normativa dice che “È cambio destinazione d’uso urbanisticamente rilevante, ogni forma di utilizzo dell’immobile diversa da quella originaria, con o senza opere, che comporti il passaggio ad una diversa categoria funzionale, come sopra indicate. Se si resta all’interno della stessa categoria, non è un mutamento di tipo rilevante.

Le categorie d’uso sono:

  • residenziale (compreso uso promiscuo – abitazione/studio e abitazione/affittacamere)
  • turistico-ricettiva (alberghi, ostelli, altro)
  • produttiva e direzionale (banche, uffici, studi professionali)
  • commerciale (negozi, bar, ristoranti)
  • agricola (prod. agricola, allevamenti, vivai, ecc.)

In caso di cambio di destinazione d’uso, con o senza opere, occorre presentare come pratica edilizia in Comune un permesso di costruire, a meno che il cambio non avvenga nella stessa categoria (per es. da pub a ristorante). In questo secondo caso, ovvero per cambi di destinazione d’uso all’interno della stessa categoria, si possono inquadrare gli interventi come manutenzione straordinaria, e quindi si può presentare una CILA (Comunicazione di Inizio Attività Asseverata) al posto del permesso di costruire, in virtù del decreto semplificazioni del 2020. In alcuni casi, inoltre, alcuni Comuni richiedono una SCIA alternativa al permesso di costruire invece del permesso di costruire.

La modifica catastale di categoria comporterà una modifica delle tasse pagate (IMU, TASI, TARI).

Come ultimo passaggio, può essere opportuna la presentazione di una SCIA per l’agibilità dell’immobile, in funzione della categoria d’uso prescelta (con impianti conformi alla normativa e relative certificazioni).

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Agevolazioni fiscali per interventi in edilizia nel 2024

Riporto di seguito un elenco delle agevolazioni fiscali di cui si può usufruire per gli interventi in edilizia nel 2024. Si ricorda che per usufruire dei bonus è sempre opportuno presentare prima dell’inizio dei lavori idonea pratica edilizia (salvo alcuni casi particolari).

  • Bonus casa – Detrazioni fiscali IRPEF al 50% su 10 anni – limite massimo di spesa di 96.000 euro per ogni unità immobiliare fino al 31 dicembre 2024. Da gennaio 2025 la detrazione fiscale tornerà al 36%, con limite di 48.000 euro, salvo ulteriori proroghe. Queste detrazioni valgono per interventi di manutenzione straordinaria sulle parti comuni dei condomini e su singole unità immobiliari. Maggiori informazioni cliccando sul sito di ENEA
  • Ecobonus 50%-65% – Detrazioni fiscali IRPEF al 50% o 65% su 10 anni – per interventi di manutenzione straordinaria finalizzati al risparmio energetico. Maggiori informazioni cliccando sul sito di ENEA
  • Superbonus – Nel 2024 scende al 70%, nel 2025 al 65%. Ma solo in alcuni casi previsti dalla normativa, in continua evoluzione.
  • Bonus mobili – Detrazioni fiscali IRPEF al 50% per l’acquisto di arredamento, su un importo massimo di 5000 euro per il 2024
  • Sismabonus – Detrazioni fiscali IRPEF al 50% per case unifamiliari per interventi di messa in sicurezza strutturale degli edifici nelle zone a rischio sismico, con possibilità di passare al 70% se con gli interventi si ottiene il passaggio a una classe di rischio inferiore e all’80% se si arriva con gli interventi a due classi di rischio inferiori. Per i condomini, partendo dal 50% si può arrivare al 75% o alll’85%. Il sismabonus vale anche per gli edifici a rischio produttivo (detrazioni IRES).
  • Bonus verde 36% – Detrazioni IRPEF al 36% per sistemazione di spazi verdi, installazione di impianti di irrigazione, coperture a verde e giardini pensili.
  • Bonus barriere architettoniche – Detrazione IRPEF al 75% per interventi finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche valida fino al 31 dicembre 2025.

Per maggiori informazioni o per avere consulenza sul progetto della tua casa, scrivimi a vivattiva@gmail.com. Se l’articolo ti è stato utile, puoi condividerlo sui social.

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