I rifiuti da costruzione e demolizione sono anche detti “Rifiuti C&D” e sono in gran parte generati nei cantieri edili. E’ molto importante non abbandonarli, e soprattutto produrne il meno possibile. La sostenibilità di una costruzione si basa in particolar modo anche sulla gestione sostenibile delle risorse, compresi gli sfridi dei materiali edili.
La normativa europea e quella nazionale di riferimento sono la Direttiva 2008/98/CE e il Decreto legislativo 152/2006. In base a questo decreto, le Regioni predispongono un piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR).
i rifiuti da C&D sono schedati nel Catalogo Europeo con il codice EER 17. I rifiuti da C&D costituiscono il 34,8% del totale di rifiuti prodotti in Europa nel 2014 (dati Eurostat, forniti da Regione Lombardia).
I piani di gestione delle regioni possono essere indirizzati alla minimizzazione del conferimento di rifiuti da C&D in discarica, puntando molto sulla demolizione selettiva, ove possibile, e sul riutilizzo di inerti da C&D per esempio nella realizzazione di opere pubbliche, favorendo il mercato degli aggregati riciclati.
Parlando di economia circolare, è indispensabile la realizzazione di uno studio LCA (Life Cycle Assessment) del sistema di gestione dei rifiuti C&D.
Se le istituzioni hanno un ruolo chiave nell’indirizzare le scelte delle stazioni appaltanti, dei committenti e delle aziende, è importante che anche tutti gli utenti del processo edilizio, in primis i cittadini, siano consapevoli di avere una responsabilità nei confronti dell’ambiente e del prossimo, cercando di minimizzare il proprio consumo di risorse e la propria produzione di rifiuti, anche di tipo edile.