Oggi si celebra il Darwin Day. Sì, perché Charles Darwin era nato il 12 febbraio 1809. Chi era Darwin? Molti di noi lo hanno studiato a scuola. Darwin era un naturalista inglese, che ha teorizzato l’evoluzione delle specie. In altre parole, ha rivoluzionato il mondo scientifico, con una scoperta sensazionale. Ha osservato la selezione naturale, scoprendo che sopravvivono meglio le specie che si adattano in modo più efficace all’ambiente, e che trasmettono le proprie caratteristiche genetiche ai discendenti. La natura seleziona i caratteri che consentono di sopravvivere più facilmente e li trasmette alle generazioni successive: le specie più “forti” finiscono per avere il sopravvento sulle altre.
E’ ancora importante parlare di Darwin oggi? Certo, perché si parla di scienza. Di realtà, di qualcosa di tangibile e dimostrabile. Oggi i contenuti scientifici vengono fortemente messi in discussione, calpestati e talvolta presi in giro. E’ indispensabile perciò che la comunità scientifica acquisisca nuova forza, e che si occupi anche di divulgazione. E’ necessario che gli aspetti scientifici più importanti vengano spiegati in modo semplice a tutti. La scienza non può essere solo per pochi eletti, ma deve essere patrimonio di tutti.
Ma non tutto è scienza, per cui occorre saper discriminare in modo razionale e sapiente le notizie vere da quelle “fake”, e in questo hanno un ruolo fondamentale gli ambasciatori scientifici.
Occorre comunicare la visione di una scienza democratica ma precisa, che non è interpretabile, ma solo verificabile. L’opinione non è scienza. Le teorie scientifiche vengono formulate in seguito ad una serie di esperimenti e mediante dimostrazioni talvolta semplici, talvolta complesse. Le teorie scientifiche non sono mai definitive, ma possono andare incontro a variazioni, integrazioni, verifiche. Solo una teoria verificata in molti modi diviene un fatto scientifico.
Il ruolo del ricercatore impone la necessità di porsi domande sempre nuove e di andare in avanscoperta verso luoghi scientifici non tradizionali. Ma non tutto deve essere considerato scienza. La soggettività non deve intaccare la scienza, se non è sufficientemente forte e dimostrabile.